Agcom, per telefonare si spende un terzo in meno di dieci anni fa

Per l’Istat è l’unico servizio che ha contrastato l’inflazione

da Milano

Una costante dei prezzi delle telecomunicazioni è stato il calo anno su anno. Tanto che nella relazione il presidente Calabrò ha sottolineato che questi prezzi sono «in netta controtendenza rispetto all’incremento del costo della vita e all’aumento dei prezzi di tutti gli altri servizi di pubblica utilità». La flessione, ha spiegato, «nell’ultimo decennio ha quasi raggiunto il 30% (28,3%). L’Istat ha rilevato che il settore delle tlc è stato praticamente l’unico che abbia contrastato l’inflazione». Nell’evidenziare il calo dei prezzi dei servizi per le tlc, l’Autorità propone un confronto con altri settori ed evidenzia in particolare i forti aumenti di acqua potabile, gas e trasporti urbani.
Fatto pari a 100 il livello del 1995, nel 2008 l’acqua potabile ha raggiunto 191,9, il gas 156,7 e i trasporti urbani 146,6. In generale, i servizi pubblici, esclusa la telefonia, sono saliti a quota 149,8, i prezzi al consumo per l’intera collettività a 135,5, mentre la telefonia è l’unico settore che mostra una flessione a 81,9.
Non bisogna dunque stupirsi se, dai dati forniti dal presidente dell’Agcom, emerge che nel 2007 il mercato mondiale dei servizi di telecomunicazioni ha superato i mille miliardi di euro di ricavi (+6%), ma l’Italia è rimasta indietro, con una flessione della telefonia fissa e mobile dell’1,4% a 46,42 miliardi di euro, in particolare dovuta alla riduzione della spesa all’ingrosso degli stessi operatori di tlc. In Italia i ricavi della telefonia fissa nel 2007 sono scesi del 3,9% a 22,13 miliardi, mentre quelli della telefonia mobile sono aumentati dell’uno per cento.
A pesare sono soprattutto i servizi intermedi, ossia gli introiti che derivano dalla fornitura di servizi all’ingrosso ad altri operatori di tlc, scesi del 5,7% a 10,6 miliardi. I ricavi complessivi derivanti dalla vendita di prodotti e servizi, vale a dire l’effettiva spesa finale degli utenti, è rimasta invece stabile a 35,82 miliardi, con la telefonia fissa in calo del 3% e la mobile in aumento del 3 per cento. Telecom si conferma saldamente in testa nella spesa totale degli utenti sul fisso con una quota del 69,9% (contro il 73,6% del 2006). In lieve crescita sono tutti i maggiori concorrenti: da segnalare, in particolare, il balzo di Fastweb, che passa da una quota del 5,3% al 6,9 per cento.

Nel mobile, invece, le quote di mercato sono maggiormente equilibrate, con Telecom al 41,9%, Vodafone al 36,3%, Wind al 14,3% e H3g al 7,5 per cento. L’Italia va molto bene nel Wimax. Il governo con la vendita delle licenze ha incassato 136,3 milioni, prima in Europa. Seconda la Francia con 125,8 milioni.

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