Via ai concertoni dell’Arena

Ci siamo. Ancora poche ore e il Milano Jazzin’ Festival, la più importante rassegna di concerti estivi di Milano, aprirà le danze. Quest’anno più che mai l’Arena civica sarà il palcoscenico fino a fine luglio per grandi star della musica internazionale, non soltanto del jazz, ma anche di rock e pop. Sotto l’esperta direzione artistica di Nick The Nightfly, il re di radio Montecarlo e del Blue Note di via Borsieri, la rassegna sarà ghiotta e assolutamente transgenerazionale, con vecchie glorie del calibro di Lou Reed, Ringo Starr, Paul Simon e Cyndi Lauper, ma anche con gruppi cult come gli Slash, gli Skunk Anansie e i Duran Duran. Una vera e propria maratona quella che parte domani con le note proprio della Montecarlo Nights Orchestra che accompagneranno la voce calda e suadente di Nick, oramai un vero punto di riferimento per la programmazione musicale sotto la Madonnina.
Grandi concerti ogni sera fino al 28 luglio sono un boccone ghiotto per gli appassionati di concerti all’aperto, anche se non avrebbe guastato una programmazione spalmata pure su agosto, mese poverissimo di eventi ma che ogni anno vede sempre più aumentare la popolazione cittadina e quella dei turisti stranieri. Gli agostani potranno accontentarsi dei dj-set nel «villaggio musicale» che verrà allestito davanti all’Arena e che proporrà serate musicali fino all’8 agosto. «Certo che il nostro obbiettivo resta quello di un festival che contamini anche le piazze e i parchi della città. E se la Giunta ci darà una mano...» commenta Nick.
Speriamo. Intanto, tutti all’Arena che esordirà proprio con il concerto di Nick in versione «glocal». La sua big band, oltre a riproporre i brani dell’ultimo cd «Nice One», farà un omaggio al grande jazz made in Milan con una serie di guest star tra cui Mario Rusca, Enrico Intra e Paolo Tomelleri, in un viaggio tra presente e passato. Nick replicherà all’Arena il 25 luglio con il quartetto del fortunato disco. Sabato, invece, toccherà al rock dialettale di Davide Van de Sfross e, il giorno, a un grande reduce dei Beatles, Ringo Starr e la sua band. Il giorno 6 grande attesa per il ritorno dell’orchestra di Burt Bacharach che accompagnerà il crooner americano Mario Biondi, dopodichè sarà una vera e propria abbuffata di vecchie glorie: da Lou Reed (8 luglio), ai Chicago (il 10), a George Benson (l’11) a Cyndi Lauper (il 13) a Paul Simon (il 17).
Un cartellone trasversale studiato a tavolino. «È sempre più la tendenza dei grandi festival internazionali - spiega Nick - quella di discostarsi da programmi monotematici e accontentare tutti i palati, pur rispettando la qualità». Cambiare nome al festival? Non se ne parla. «D’altra parte - continua il direttore artistico - non dimentichiamoci che la parola stessa jazz indica contaminazione. Anche Miles Davis, grande padre del jazz moderno, riempiva gli stadi del rock e se andiamo a guardare i cartelloni di Umbria Jazz e del festival di Montreaux, sono pieni di rockstar, da Prince a Santana».

Già ma, verrebbe da dire, perchè così tante vecchie glorie? Non sarà che per riempire le arene bisogna guardarsi indietro? «Beh, diciamo pure che la musica migliore è stata creata negli anni ’70, soprattutto per quanto riguarda il rock. E una gran parte di pubblico guarda ancora a quella musica e a quegli artisti con molta nostalgia. Paradossalmente questa nostalgia contamina anche le nuove generazioni. Miracoli della musica...».

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