Ai pendolari non conviene ma può essere un affare per i «business man»

Conviene. Ma non tutti i giorni: chi viaggia verso la città per lavoro troverà nel car sharing un ottimo amico, a patto di non lasciare l’auto inutilizzata per troppo tempo. In quel caso la tariffa oraria di circa 2 euro inciderebbe sul prezzo finale della trasferta, senza che l’utente ne abbia effettivamente goduto. Off limits, quindi il car sharing per l’impiegato che dalle 9 alle 18 lascia l’auto parcheggiata sotto l’ufficio, perfetta invece, e assai più conveniente per chi abbia esigenze di girare in città per commissioni.
Facciamo il caso di un rappresentante che dal Sud Milano raggiunga il capoluogo due o tre volte la settimana. La sua agenda è fitta di appuntamenti: se dovesse usare i mezzi per spostarsi spenderebbe 1 euro ad ogni corsa o un forfait con il giornaliero, ma dovrebbe trasportare tutto il suo materiale. Più probabilmente userà dunque l’auto, sottraendola agli altri membri della famiglia.
Ecopass (se non è esente) e parcheggi sono in agguato per far lievitare la cifra complessiva della sua giornata. Con una «shared car» risparmierà invece su queste due voci ed anche sul carburante. Unico svantaggio: doversi recare ad uno dei parcheggi di corrispondenza, in treno o con la propria auto.
I clienti Business costituiscono per ora circa un terzo degli utenti di entrambi i car sharing milanesi ma è a questa tipologia che entrambe le società si rivolgono però per ampliare la loro clientela: sia Guidami, sia Legambiente offrono infatti abbonamenti business con tessera annuale a 180 euro. È leggermente più cara del profilo family, ma per chi è titolare di partita Iva può essere scaricata fiscalmente.

Per le grandi aziende esiste anche una tessera multinominale con una quota annuale di 450 euro. La flotta di entrambi i car sharing include anche furgoni ed auto ibride (elettriche - benzina) e a metano che possono incontrare le più varie esigenze.

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