Rimini - Il governo è ancora disponibile ad un confronto sulla riforma della giustizia anche con l’opposizione a patto che non sia un "infinito bla bla". L’obiettivo è quello di arrivare ad una decisione "confortata da una maggioranza maggiore di quella uscita dalle urne". È l’auspicio del ministro della Giustizia, Angelino Alfano, che dal Meeting organizzato da Comunione e Liberazione apre all'opposizione dicendosi "disposto al confronto". Poi, rivolto a Bruxelles, denuncia ilsovraffollamento nelle carceri italiane: "Sono idonee ad ospitare soltanto i detenuti italiani, altrimenti si supera la capienza regolamentare e quella tollerabile". Immediata la reazione da Bruxelles che ha fatto sapere di "esser pronti a intervenire" quanto prima.
Il confronto con l'opposizione "Avvieremo la stagione autunnale con una grande disponibilità al confronto sulla Giustizia e una grande buona volontà. Vogliamo provare davvero a fare una riforma della Giustizia che abbia il consenso più largo possibile", ha affermato Alfano annunciando che, "prima di andare in Parlamento proporrò un confronto a tutto campo sui temi della riforma della Giustizia". "In questo primo anno di legislatura - ha spiegato il titolare del dicastero di via Arenula - abbiamo varato due importantissimi provvedimenti, il pacchetto antimafia e la riforma del processo civile, su cui è stato possibile procedere senza grandi scontri nè lacerazioni. Proveremo a fare altrettanto anche nell’ambito del processo penale e delle riforme costituzionali in materia di Giustizia. È chiaro che - puntualizza - chiediamo altrettanta disponibilità al confronto anche all’opposizione: il dialogo non è un infinito 'bla bla' che si conclude nel nulla. Il confronto per noi è un metodo attraverso cui arrivare ad una decisione confortata da una maggioranza maggiore di quella uscita dalle urne. Chiediamo cioè il consenso ed il conforto delle forze di opposizione, ma ci deve essere da parte loro buona volontà. Noi non vogliamo fare marce indietro, non vogliamo abdicare alle tesi del nostro programma; e su di esso vogliamo confrontarci serenamente in Parlamento".
Carceri sovraffollate Le carceri italiane sono "idonee" ad ospitare soltanto "i detenuti italiani", altrimenti "si supera la capienza regolamentare e quella tollerabile". Per questo il ministro della Giustizia si appella all’Unione europea: "Deve farsi promotrice di trattati e dare risorse economiche a Stati per costruire nuove carceri". "Ci sono oltre 63mila detenuti, oltre 20mila sono stranieri - ha, infatti, ricordato Alfano - vuol dire che le carceri italiane sono idonee ad ospitare i detenuti italiani. Con l’aggiungersi degli stranieri agli italiani, si supera la capienza regolamentare ma anche quella tollerabile". "Ho fatto un appello all’Ue - ha, poi, detto - non può da un lato esercitare sanzioni e dall’altro chiudere gli occhi sul fenomeno del sovraffollamento carcerario che deriva dalla presenza di detenuti stranieri: un fenomeno a cui la Ue deve prestare attenzione. La Ue deve o farsi promotrice di trattati o dare risorse economiche agli Stati più interessati dal problema per costruire nuove carceri".
Nessuno scontro con i giudici "Noi non abbiamo alcuno scontro con i magistrati. Intendiamo portare avanti il progetto di riforme proposto agli elettori che lo hanno approvato con il loro voto partendo da due principi equivalenti - ha puntualizzato Alfano - l’autonomia e l’indipendenza della magistratura e il fatto che i magistrati sono soggetti solo alla legge, che viene fatta dal Parlamento". "Serve - ha sostenuto il Guardasigilli - che tutti si rendano conto del proprio perimetro di azione. Il Parlamento è sovrano e approva le leggi. Quelle leggi i magistrati le devono applicare. Noi - ha, quindi, concluso - non vogliamo interferire rispetto ai principi sacri di autonomia ed indipendenza della magistratura".
Nessun indulto "Non ci saranno nuovo indulti: lo dico chiaramente da un anno", ha spiegato il Guardasigilli. "In Italia ci sono oltre 63mila detenuti, di cui oltre 20mila sono stranieri - ha continuato Alfano - il che vuol dire che le carceri italiane sono idonee ad ospitare i detenuti italiani, ma con l’aggiungersi degli stranieri agli italiani si supera la capienza non solo regolamentare ma anche quella tollerabile dei penitenziari che ci sono". "Ho fatto - ricorda Alfano - un appello all’Ue: non può da un lato esercitare sanzioni e dall’altro chiudere gli occhi sul fenomeno del sovraffollamento carcerario che deriva dalla presenza di detenuti stranieri: un fenomeno a cui la Ue deve prestare attenzione. La Ue o si fa promotrice di trattati o deve dare risorse economiche agli Stati più interessati dal problema dei detenuti stranieri per costruire nuove carceri". "Noi - ha ribadito il Guardasigilli - non intendiamo procedere sulla via seguita per 60 anni dalla Repubblica italiana: 30 provvedimenti di amnistia indulto per risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri. Si fanno uscire ogni 2 anni 30mila detenuti ma il problema non si risolve mai. Noi puntiamo sulla realizzazione di nuove carceri e sul lavoro in carcere per abbassare la recidiva".
La replica dell'Ue Immediata la replica di Bruxelles. Dennis Abbot, uno dei portavoce della Commissione Europea, ha infatti fatto sapere che la Commissione europea è "pronta" ad ascoltare le autorità italiane sulla questione del sovraffollamento delle carceri, e a cercare "modi" per migliorare i transfer di detenuti tra uno stato membro e l’altro. La Commissione Ue ha, tuttavia, sottolineato che "la gestione quotidiana della giustizia spetta agli stati membri".
"La Commissione Europea - ha detto il portavoce a Bruxelles - non è competente per la gestione quotidiana della giustizia che spetta esclusivamente agli stati membri. Tuttavia, posso dire che la Commissione è pronta a studiare possibili modi per migliorare il trasferimento di detenuti tra uno stato membro e l’altro".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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