Alfano: «Genova può ripartire con Vinai. Non con le tasse»

(...) è stata lunga, ma ben sopportata dai presenti, innanzi tutto gli «attivisti della libertà» affluiti un po’ da tutta la Liguria.
Presenti anche i parlamentari e i maggiori esponenti locali del partito, dall’onorevole Roberto Cassinelli al senatore Giorgio Bornacin - che sbotta a un certo punto: «Ma che ci fanno quei grillini con la croce? Vadano a sentire Vendola e ci lascino in pace!» -, dal coordinatore genovese Gianni Barci al senatore Luigi Grillo, al coordinatore regionale Michele Scandroglio, consumato regista che garantisce il successo anche d’immagine per iniziative di questo tipo.
Ci tenevano ad esserci, e lo dimostrano apertamente, anche per offrire il proprio appoggio a Vinai e al suo programma di governo della città, fra gli altri, Renata Oliveri e il presidente della Fondazione Carige Flavio Repetto (che ben conosce e apprezza il candidato sindaco, avendolo avuto come braccio destro al vertice dell’istituto).
Ma intorno a Vinai si stringono anche i candidati al consiglio comunale e ai Municipi, innanzi tutto le «signore della politica»: oltre a Renata Oliveri, cui il titolo spetta di diritto anche per la strenua battaglia sostenuta a suo tempo contro Alessandro Repetto per la presidenza della Provincia di Genova, ci sono e, vivaddio!, si agitano in particolare l’attivissima Lilli Lauro - già autentica «spina nel fianco» della giunta di Marta Vincenzi nel ciclo amministrativo appena concluso - e Monica Magnani, figlia del «doge» Rinaldo e già esperta di pratica amministrativa.
A scaldare l’ambiente - anche se non ce ne sarebbe bisogno... - provvede Barci, ma è Vinai che trascina l’uditorio con argomentazioni rigorose, tutte incentrate sulla capacità di buona amministrazione: una capacità confermata, del resto, anche dal recente e brillante esito - 110 e lode - del master in amministrazione appena conseguito a Roma dopo un lungo iter di studio (seguito a due lauree in Pedagogia e in Storia moderna e contemporanea).
Vinai insiste puntualmente sui punti programmatici che caratterizzano incisivamente il suo programma. In particolare: la necessità di ripartire dalla persona e dalla famiglia, da cui consegue direttamente un riequilibrio delle spese per i servizi a favore delle famiglie, della prima infanzia, degli anziani. «Ma soprattutto - sottolinea ancora - la città deve ripartire, i genovesi e gli investitori devono ritornare». E allora bisogna considerare nella giusta luce l’importanza del porto, «per Genova capitale del mare», collegato allo sviluppo urbanistico, delle infrastrutture e della mobilità urbana. Tutto questo, ovviamente, in una città vivibile, a misura d’uomo, dove è adeguatamente tutelata la sicurezza.
Non dimentica, il candidato sindaco che aspira ad aggregare i moderati, il problema del lavoro, che però esula da posizioni demagogiche, tipiche della sinistra di lotta e di governo. Quella stessa sinistra che - lo ricorderà subito dopo anche Alfano - ha fatto infinite promesse regolarmente non mantenute, che non hanno prodotto neanche un posto di lavoro, se mai la perdita di risorse umane e professionali «emigrate» altrove.
L’intervento di Alfano segue anche dal punto di vista delle «linee di forza» quello del candidato sindaco di Genova. Con un annuncio che è un impegno programmatico preciso: «L’Imu bis - spiega il segretario nazionale del Popolo della libertà - è un’imposta che è facoltà dei sindaci di applicare. E noi faremo un invito formale a tutti i sindaci del Pdl a non applicarlo, perché riteniamo questo provvedimento un’ulteriore vessazione sulla casa».
Alfano aggiunge: «Basta tasse per sostenere la crescita. La prima misura che il Pdl chiederà al governo Monti per sostenere la crescita è quella di non aumentare più le tasse. Inoltre occorre procedere rapidamente sul pagamento dei debiti che lo Stato ha nei confronti delle imprese private e di procedere rapidamente a un piano per abbattere il debito pubblico che possa consentire di liberare risorse, cioè di trovare soldi per sostenere le misure per la crescita».
Viene fuori l’orgoglio di appartenenza a un disegno politico ben determinato: «Siamo una forza politica che ha una grande voglia di innovazione e ha fatto una scelta importante - sottolinea ancora Alfano -, non abbiamo chiusure o aperture specifiche nei confronti di nessuno. Di certo - conclude - chiunque contribuisca a rafforzare i moderati è benvenuto ma non lanciamo appelli a nessuno.
Infine, l’apoteosi nei confronti di Vinai, appena prima che l’Inno nazionale scandisca l’epilogo della manifestazione e l’immancabile bagno di folla.

Fanno fatica, Vinai, Alfano e Scajola, a uscire dalla Sala del Maggior Consiglio, tanta è la ressa e la partecipazione popolare. «Chi ha detto che questa campagna non è sentita, che non scalda i cuori» fa un militante, già tra i primi aderenti a Forza Italia. E conclude: «Vinai ci può restituire entusiasmo. Per cambiare Genova in meglio».

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