Alitalia, scure Ue sul prestito ponte

da Milano

Sul prestito ponte di 300 milioni stanziato dal governo per mantenere in vita Alitalia pende la spada di Damocle di Bruxelles. Lo conferma il commissario europeo ai Trasporti Jacques Barrot: «Sappiamo che le autorità italiane non considerano l’intervento a favore dell’Alitalia come un aiuto di Stato», ma su questo «abbiamo dubbi, e abbiamo quindi scritto al governo italiano per avere maggiori informazioni in proposito. Il nostro obiettivo è stabilire con precisione la natura di questo intervento per capire se si tratta di un’operazione commerciale o se ci sono elementi collegati ad un aiuto di Stato». In quel caso, ha dichiarato Barrot, «saremo obbligati a far rispettare il diritto europeo» e quindi ingiungere la sospensione del prestito. Perché «ci sono regole chiare a livello europeo: chi infrange le regole viene sanzionato», ha concluso il commissario.
Per il giudizio di Bruxelles saranno determinanti i tassi di interesse che il ministero dell’Economia fisserà per il rimborso del prestito: per rispondere al requisito di rispettare le condizioni di mercato dovranno tenere conto delle difficoltà finanziarie in cui versa Alitalia e quindi del fatto che difficilmente una banca privata lo avrebbe concesso se non con interessi tanto alti da giustificare il rischio.
D’altra parte, anche a livello internazionale, la compressione dei margini provocata dai rincari del petrolio e dalla concorrenza dei vettori low cost continua a spingere il settore del trasporto aereo verso un più ampio riassetto. Tanto che, meno di due settimane dopo il matrimonio fra Delta Air Lines e Northwest Airlines che ha dato vita al nuovo gigante dei cieli, ora sarebbe il turno di United Airlines.

Quest’ultima, che aveva già presentato un piano per fondersi con Us Airways, ha avviato trattative parallele con Continental Airlines: la decisione, secondo il Wall Street Journal online, dovrebbe arrivare ai primi di maggio.

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