Atletica, il fratello di Tortu squalificato per la spy story ai danni di Jacobs: accuse gravissime

Si è concluso con la squalifica e l'inibizione per la durata di tre anni per spionaggio illegale ai danni di Jacobs il procedimento nei confronti di Giacomo Tortu

Atletica, il fratello di Tortu squalificato per la spy story ai danni di Jacobs: accuse gravissime
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Giacomo Tortu, fratello di Filippo, è stato squalificato e inibito per 36 mesi per spionaggio illegale ai danni di Marcell Jacobs: lo ha deciso il tribunale federale della Fidal. La procura federale aveva chiesto la radiazione. Il fratello del campione olimpico nella 4x100, tesserato Fidal, si era assunto l'intera responsabilità della vicenda, in quanto unico imputato, visto che non c'erano state altre imputazioni tra i tesserati federali. Nel suo dispositivo, il tribunale federale scagiona la Raptors Milano, società di Giacomo Tortu, e conferma "l'estraneità di Filippo Tortu" all'azione "posta in essere nel suo presunto interesse".

Parallelamente, sul piano penale, prosegue il lavoro della Procura di Milano. Si tratta di una brutta storia, che porta a galla lacerazioni profonde nella squadra azzurra. Per trovare conferme ai sospetti di doping che da tempo circolavano contro Jacobs, Giacomo Tortu si rivolse a Equalize, la società milanese finita nella bufera a dicembre dello scorso anno come fabbrica di hackeraggi e di dossier. Comunque tutto inizia nel 2020, l'anno prima di Tokio 2020, che farà entrare Jacobs nella leggenda dello sport.

Un cugino dei fratelli Tortu, uno studente padovano di giurisprudenza prossimo alla laurea, mette in contatto Giacomo Tortu con l'ex superpoliziotto Carmine Gallo, che a sua volta gli presenta uno degli hacker più formidabili a sua disposizione, il torinese Gabriele Pegoraro, ingegnere informatico, un fuoriclasse in grado di penetrare quasi ogni dispositivo. E Pegoraro si scatena. Nei file del suo computer, sequestrato a dicembre quando i capi di Equalize vengono arrestati, i carabinieri trovano le tracce degli accessi ai telefoni di Jacobs e del suo staff.

Oltre a quello del velocista vengono analizzati i cellulari del suo manager Marcello Magnani, dell'allenatore Paolo Camossi, del nutrizionista Giacomo Spazzini. L'incursione degli hacker va in profondità, penetra la casella whatsapp di Jacobs e degli altri, ne succhia l'elenco dei contatti che finiscono nelle mani di Pegoraro. Giacomo Tortu paga in contanti, prima cinquemila euro, poi altri cinquemila. Quando però Gallo gli consegna la chiavetta usb con i risultati delle incursioni il dispositivo è vuoto, Gallo protesta con Pegoraro per la brutta figura.

La versione integrale, con i risultati delle incursioni, viene ritrovata durante le perquisizioni a carico di Pegoraro. Sarà lui, prima o poi, a spiegare quanto sia arrivato a Giacomo Tortu di quel contenuto. Nel corso delle indagini sportive, erano stati ascoltati sia Jacobs, sia Filippo Tortu. Il primo, disse di avere col collega "rapporti cordiali e senza contrasti" e di credere alla sua innocenza rispetto alla vicenda.

Tortu riferì di "aver appreso dai giornali del coinvolgimento del fratello nel caso Equalize, di avere con un ottimo rapporto con Jacobs e nessun dubbio su di lui in merito al doping". Almeno sul piano sportivo è stata messa la parola fine a una brutta storia che ha finito di deteriorare i rapporti già non idilliaci tra i due atleti.

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