Si indaga sulla tragica morte di Sivert Guttorm Bakken, l'atleta norvegese di biathlon deceduto a soli 27 anni nella sua camera d'albergo a Passo Lavazè, in Trentino-Alto Adige, località in cui si stava allenando per partecipare ai Giochi Olimpici di Milano-Cortina. Il giovane sportivo è stato rinvenuto senza vita lo scorso 23 dicembre, e tutto fa pensare che abbia accusato un malore rivelatosi fatale. Gli inquirenti stanno cercando di capire che cosa abbia provocato la morte.
A condurre le indagini sono le autorità italiane. Stando alle prime indiscrezioni passate alla stampa, Bakken indossava la maschera ipossica quando è stato trovato. Si tratta di un dispositivo utilizzato dagli atleti per simulare le condizioni di respirazione in alta quota, quando hanno a disposizione poco ossigeno. La maschera, in sostanza, serve a simulare le condizioni che si trovano in altitudine. Permette di ridurre fino a 6-10 volte l'afflusso di ossigeno e migliorare le capacità respiratorie, favorendo la capacità polmonare e la resistenza all'ipossia. Chiaramente si tratta di un dispositivo da utilizzare con attenzione, e proprio su questo elemento si stanno concentrando gli inquirenti.
Il dibattito sull'uso della maschera ipossica è acceso. Secondo alcuni, lo strumento ha un modesto effetto sui parametri fisiologici. I ricercatori del Resistance Exercise Physiology and Sport Laboratory di Collegeville (Usa), affermano tuttavia che la mascherina porta a un aumento dei battiti cardiaci, soprattutto nelle fasi di recupero.
Bakken sapeva di sicuro come utilizzare il dispositivo.
Da segnalare, però, che il 27enne era stato costretto a interrompere temporaneamente l'attività agonistica a causa di una pericardite, diagnosticata nel 2023. Dopo una pausa, aveva poi ripreso a gareggiare nel 2024. Per chiarire ogni dubbio, sarà svolta l'autopsia sul cadavere. L'esame sarà svolto in Italia.