«Ambrogini, stop al teatrino Torni a decidere il sindaco»

De Corato: «Indecente che persone come Fallaci e Allam si trovino in mezzo a contese politiche»

«Non si può pensare che personaggi della levatura di Oriana Fallaci, conosciuta a livello internazionale, o Magdi Allam, siano oggetto di scambio e congetture e finiscano loro senza averlo chiesto in un teatrino delle trattative fino a notte fonda». Per il vicesindaco Riccardo De Corato, il balletto tutto politico che gira intorno alla scelta degli Ambrogini d’oro deve finire. Critica le polemiche che mercoledì hanno tenuto banco nell’accesa conferenza dei capigruppo che ha sortito i nomi dei premiati all’edizione 2005 delle Civiche benemerenze, «perché occorre riservatezza e non si possono fare discussioni dando giudizi che mettano a repentaglio figure di fama mondiale». Ragion per cui, secondo De Corato, «bisogna tornare al vecchio sistema, quando era il sindaco, e non la Commissione dei capigruppo in consiglio, a decidere le assegnazioni. Quando l’allora presidente dell’aula Massimo De Carolis ebbe la brillantissima idea di modificare il regolamento per l’assegnazione degli Ambrogini, operazione sciagurata, sapevamo che sarebbe finita così: se una decina di capigruppo si siedono attorno a un tavolo, è normale che ognuno alzi la voce. Ma personaggi di levatura come la Fallaci non hanno chiesto di trovarsi in mezzo a contese di natura politica». De Corato promette: «Se farò parte del prossimo consiglio comunale, mi farò promotore di una delibera consiliare che restituisca la competenza al sindaco, e credo che anche altre forze politiche abbiano maturato questa consapevolezza». Non esclude l’opzione di una commissione di saggi incaricata di decidere i premiati, «ma ci vuole estrema riservatezza».
Entra nel merito delle scelte, invece, l’assessore al Commercio Roberto Predolin (An), che critica l’Ambrogino ai lavoratori della Scala: «Ammesso che venga accettato e gradito - afferma -, occorrerebbe spiegare loro che a suon d’arroganza e ricatti forse sono riusciti a prendersi la Scala di Milano, ma non la Milano della Scala. Quella va conquistata con rispetto e umiltà, e non è contrattabile».

L’assessore regionale Maurizio Bernardo (Fi) sostiene invece che «Oriana Fallaci è la voce più alta della coscienza critica italiana, e assegnarle l’Ambrogino è segno sia di una volontà politica aperta al dialogo verso le culture, sia rispettosa verso le nostre radici che certa demagogia di sinistra vuole cancellare».

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