Letteratura

Ammaniti e Mencarelli per cominciare (bene). Poi tocca agli stranieri...

Ecco le uscite più interessanti dei primi mesi dell'anno. Oltre ai due scrittori romani, c'è anche Rosella Postorino. In attesa di McEwan, Rushdie e McCarthy

Ammaniti e Mencarelli per cominciare (bene). Poi tocca agli stranieri...

Sono i primi ad arrivare e sono in tanti: le novità letterarie 2023 portano un imponente carico di titoli italiani - tra grandi firme, campioni di incassi annunciati e timidi esordienti - e un buon numero di titoli internazionali di gran rilievo (tra cui Cormac McCarthy e la sua diade The Passenger e Stella Maris, per cui però non ci sono ancora date e titoli definitivi in lingua italiana), oltre a qualche romanzo di qualità che potrebbe partire per un pubblico di nicchia e poi fare il botto. Abbiamo scelto, tra tutti, i più promettenti. Vedremo se scaleranno le classifiche o rimarranno nell'ombra: anche quest'anno, come sempre, è tutta una scommessa.

L'ITALIANO PIÙ ATTESO È sicuramente Niccolò Ammaniti con La vita intima (Einaudi Stile Libero, in uscita il 17 gennaio), la star più invocata sul red carpet letterario italiano. Lo si annuncia da quasi due anni, anche perché dall'ultimo suo romanzo, Anna (Einaudi), ne sono passati otto, periodo in cui ha attraversato il tunnel della crisi creativa, ha fatto il regista e poi si è chiuso in casa a scrivere. Con i suoi cani, uno dei quali compare anche nel video promo del romanzo, in cui si descrivono prosciutti e salsiccette che sembrano metafore dei tic e del degrado della «borghesia malata» protagonista del volume. Al centro di questa «commedia sociale nera» Maria Cristina Palma e un segreto sepolto nel suo passato e riemerso grazie a un video ricevuto sul cellulare. Detta così sembra il lancio di una soap, non fosse che la trama ruota intorno alla mente di lei, paure e ossessioni, nevrosi e manie esplorate «alla Ammaniti» e condite da famiglie difficili.

I RAGAZZI SONO COSì Due ritorni attesi, per motivi diversi. Lei, Rosella Postorino, ha ormai un pubblico affezionato anche grazie ai premi che vince, come il Campiello 2018 per Le assaggiatrici. Lui, Daniele Mencarelli, Strega Giovani 2020, è diventato un nome per il grande pubblico grazie alla fortunata serie Netflix tratta da un suo romanzo Tutto chiede salvezza. Si cimentano nel genere romanzo di formazione: la Postorino arriva il 31 gennaio con Mi limitavo ad amare te (sempre Feltrinelli) in cui tre ragazzi, Omar, Nada e Danilo, stringono un'intensa amicizia nel 1992 tra Sarajevo e l'Italia. Segnati dalla guerra, per legame o per promessa, impareranno il valore della vita e dell'amore contro il male. Mencarelli in Fame d'aria (Mondadori, dal 17 gennaio) mette invece al centro un diciottenne e suo padre in viaggio in Molise, vittime di un guasto che ferma il motore della vecchia Golf ma fa partire quello del cambiamento. E della risalita dall'inferno solitario in cui ci getta la malattia di chi amiamo.

L'EPICA DELLA DIVERSITÀ Due big della narrativa mondiale, Salman Rushdie e Mohsin Hamid, uno indiano, l'altro pakistano, uno ultrasettantenne, l'altro da poco over 50, tornano in libreria con due prove importanti, entrambe focalizzate sull'eterna lotta tra privilegio e valore etico. Il 10 gennaio è la volta di Hamid, quello de Il fondamentalista riluttante e Exit West, con L'ultimo uomo bianco (Einaudi) ben riassunto dal suo stesso incipit: «Un mattino, Gregor Samsa, commesso viaggiatore, si sveglia da sogni inquieti e si ritrova trasformato in un immane insetto; anni dopo, Anders, personal trainer in un'anonima palestra di una città indefinita, si sveglia e scopre di essere diventato di un innegabile marrone scuro». In piena distopia razziale, Hamid immagina che tutte le persone bianche diventino scure e come il mondo affronti l'immane tensione sociale che ne deriva. Rushdie in La città della vittoria (Mondadori, 7 febbraio) sceglie invece una saga fantasy per inquadrare la sua eroina, Pampa Kampana: in una battaglia tra due regni nell'India del XIV secolo, questa bimba di nove anni diventa un tramite per una dea che inizia a parlare dalla sua bocca e le consentirà di far sorgere «Victory City», città meravigliosa che dovrebbe consentire alle donne il potere in un mondo patriarcale. Breve parentesi per due titoli di grandi firme (entrambi in arrivo per Einaudi) dedicati alla «diversità» data dal talento: Lezioni di Ian McEwan in cui il dono artistico del pianista eccelso Roland Baines viene «risolto» dall'amore e il romanzo della famiglia Mann narrato ne Il mago di Colm Toibin, il nome con cui i figli del protagonista, lo scrittore Thomas Mann, si divertono a chiamarlo.

L'IRRESISTIBILE FASCINO DEL CRIMINE Due pezzi da novanta per chi ama le storie sospese tra violenza e mistero. Ritorna Alicia Giménez Bartlett con La presidente (Sellerio, 10 gennaio) in cui Berta e Marta Miralles, due sorelle giovanissime e diversissime appena uscite dall'Accademia di Polizia, si ritrovano a indagare sul caffè al cianuro che ha avvelenato l'amata, odiata e potentissima presidente della Comunità Valenciana. E ritorna Roberto Costantini con una operazione a dir poco interessante: il suo nuovo romanzo, Cenere alla cenere (Longanesi in uscita il 28 febbraio), fa incrociare due sue saghe: le indagini del commissario Mike Balistreri e quelle dell'agente segreto Ice, ovvero Aba Abate. Al centro dell'azione un uomo senza scrupoli, nome in codice «Il Generale», che sta per attuare un temibile piano criminale, ha un punto debole che incrocia le vite dei due: un bambino allevato nel segreto e morto per amore di una spia.

STELLE DA CLASSIFICA Primi posti praticamente assicurati per It starts with us. Siamo noi l'inizio di tutto (Sperling&Kupfer, 10 gennaio) di Colleen Hoover. Se non la conoscete non conoscete Tik Tok, ma ecco due dritte: la piattaforma social le ha dato il successo globale con It ends with us, protagonisti Lily, Ryle e il loro tormentato legame, di cui questo nuovo titolo è il seguito in cui Lily reincontra Atlas, suo amore di gioventù. Destinata alle vendite sembra anche Veronica Roth, autrice bestseller della saga di Divergent, che arriva con Poster Girl (Mondadori, febbraio), «mystery distopico» ambientato dieci anni dopo la caduta di una dittatura tecnologica in cui gli individui venivano controllati tramite un impianto oculare. Eroina Sonya Kantor, coinvolta nella ricerca di una bambina sottratta ai genitori dai dittatori. Attesissimo il ritorno di Mieko Kawakami, quella di Seni e uova, con Gli amanti della notte (edizioni e/o, 18 gennaio), protagonista Irie Fuyuko, trent'anni, redattrice, sola nella Tokyo di oggi e la cui evoluzione è descritta così da Time: «Decide di cambiare quando incontra un uomo, Mitsutsuka. Demolendo a poco a poco le mura protettive che aveva costruito, capisce perché è la persona che è e chi vuole diventare».

LA QUALITÀ È UN VASO DI PANDORA Finiamo con i nomi di qualità che potrebbero sfondare anche il muro della quantità. Ci sono Ottessa Moshfegh, che dopo il successo di un libro di culto come Il mio anno di riposo e oblio arriva con Lapvona (a marzo per Feltrinelli), racconto di un anno in un villaggio medievale prosciugato dei suoi averi da un misterioso signore feudale, e lo scrittore e co-direttore del settimanale Le Point, Christophe Ono-dit-Biot, con Trovare rifugio (a febbraio per La nave di Teseo) ambientato nella Francia del 2027 in cui il presidente Alexandre S.

chiamato «Papà» guida un regime autoritario votato dai cittadini stanchi delle élite.

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