Anche l’Italia a terra: caos negli aeroporti

Il vulcano «brucia» tutti i biglietti aerei e non permette a nessuno di volare. Gli unici voli consentiti sono quelli di fantasia. E di fantasia ce ne vorrà parecchia per raggiungere destinazioni lontane evitando però decolli e atterraggi. Un azzeramento - quello di ticket e check in - che, almeno fino a domani (ma la previsione è considerata dagli esperti fin troppo ottimistica), bloccherà anche i cieli del nostro Paese. Risultato: traffico sconvolto sulle principali rotte a causa della chiusura di tutti gli aeroporti del Nord Italia per l’avvicinarsi della nuvola di ceneri vulcaniche proveniente dall’Islanda.
Un problema enorme che sicuramente turberà i sogni dei nostrani eco-difensori planetari? Macché. Facciamo un piccolo passo indietro. Venerdì 16 aprile: nel giorno in cui su tutti i quotidiani del mondo campeggia in prima pagina la foto fumante del vulcano islandese, in Italia, Terra (quotidiano dei Verdi) riserva al cataclisma una breve. Com’è possibile che l’organo di informazione che dovrebbe essere - almeno in teoria - il più sensibile ai temi ambientali, consideri l’eruzione che sta bloccando l’Europa una notizia dalla valenza giornalistica pari a zero? Non sarà mica perché nel caso della nube dell’Hamundur che sta sciogliendo il ghiacciaio Eyjafjallajokull, non si può dare la colpa né all’attività umana né all’industrializzazione selvaggia, né tantomeno al... governo-Berlusconi?
Intanto ieri l’emergenza vulcano ha fatto esplodere anche i disagi. Migliaia di aspiranti viaggiatori hanno bivaccato in aeroporto maledicendo l’Islanda, il vulcano Hamundur e il ghiacciao Eyjafjallajokull (il cui none, già da solo, sembra una parolaccia). Lunghe file si sono formate fin dall’alba davanti ai punti informazione di tutte le compagnie aeree, con l’Enac (Ente nazionale aviazione civile) costretta a disporre «l’interdizione al volo strumentale in tutto il nord Italia».
L’Enac - spiega una nota - «segue costantemente l’evolversi della situazione e potrà eventualmente procedere anche a un allargamento dell’area di spazio aereo interdetto ai voli e ad un’estensione temporale di tali provvedimenti». Tradotto: chi ha in animo di prendere l’aereo, è meglio che se ne resti a casa. Di certo lo stop ai voli in tutto il Nord continuerà fino alle 8 di domani. Poi si vedrà.
Intanto ieri a Roma si sono registrati 200 voli in meno; 104 i velivoli non decollati o non atterrati a Napoli Capodichino; 113 a Bologna. Idem in quasi tutti gli altri aeroporti settentrionali.
L’Enac tiene però a precisare che «rimarranno attivi tutti i servizi di informazione e assistenza a terra dei passeggeri». Magrissima consolazione. «La situazione è in continua evoluzione - aggiunge la nota -, pertanto la società consiglia i passeggeri in partenza di contattare l’ufficio informazioni dell’Aeroporto (al numero 051-6479615), visitare il sito internet alla pagina «voli di oggi», oppure contattare la compagnia aerea con cui si è programmato il viaggio, per verificare lo stato del proprio volo e informarsi su eventuali rimborsi o sostituzioni di biglietto». Inutile dire che numero verde e siti risultano irraggiungibili a causa del sovraccarico di richieste.
Ma anche in Europa le cose non vanno meglio. Le autorità britanniche hanno deciso di prolungare il blocco della maggior parte dello spazio aereo della Gran Bretagna e lo stesso provvedimento è stato adottato anche da Belgio, Bulgaria, Danimarca, Germania, Finlandia, Francia e Polonia.
Intanto le ferrovie italiane si stanno rimboccando le maniche. La conferma viene dal ministro dei Trasporti, Altero Matteoli: «Le Fs hanno acconsentito a mantenere nel fine settimana tutti i treni dei giorni feriali e aggiungerne altri, per venire incontro ai cittadini che devono spostarsi. Ma il disagio, è inutile negarlo, ci sarà, perché il numero di aerei che si è fermato è molto alto». Matteoli ha pure garantito che «le Ferrovie si stanno occupando anche dei disagi che possono incontrare i passeggeri costretti a trascorrere ore nelle stazioni».


«Voglio fare una preghiera ai cittadini - ha concluso il ministro -: si rendano conto che ci troviamo dinanzi a un’emergenza inaspettata, perché fino a l’altroieri mattina l’Italia non sembrava coinvolta da questa nube: invece improvvisamente abbiamo dovuto prendere atto che ne saremmo stati colpiti, soprattutto nel Nord Italia». La nube del vulcano ha offuscato anche il nostro proverbiale Stellone italico.

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