Andrea Zucchi, la metafisica dell’esotismo

In mostra fino al 31 marzo venti dipinti su tela e disegni su carta

Di scena a Milano, fino al prossimo 31 marzo alla Fondazione Durini (via Santa Maria Valle, 2), la mostra dal titolo Spaesamenti, che fa riferimento alle composizioni d’architettura e d’esotismo sviluppate nel nuovo ciclo pittorico di Andrea Zucchi.
Un unico contesto espressivo che abbina realtà umane e geografiche tra loro distanti: una tribù etiope si trova all’interno della biblioteca del Collegio Clementino a Praga, un’afghana in burqa di fronte al Guggenheim di Bilbao, un guerriero della Nuova Guinea che si staglia contro la Swiss Re Tower di Londra, rinoceronti che vagano nella piazza del ministero della Difesa a Brasilia.
Una non-corrispondenza tra figure e luoghi che Andrea Zucchi sviluppa con consonanze di tipo formale e cromatico. I dipinti sono caratterizzati da un intenso tonalismo che gioca su un’unica gamma di colore. Le forme, le figure e gli abbigliamenti richiamano le linee e gli elementi strutturali dei luoghi e delle architetture contemporanee a cui sono associate.
Una nuova formula, che ricollegandosi alle ricerche di De Chirico, potremmo definire «metafisica dell’esotismo»: un linguaggio formale di matrice classica, che affronta questioni contemporanee quali l’appropriazione e lo straniamento, prefigurando sacche di resistenza culturale che non si adeguano alla globalità uniformante del mondo moderno.
Negli spazi recentemente ristrutturati della Fondazione, sono in mostra una ventina di oli su tela di grandi, medie e piccole dimensioni e una serie di piccoli disegni a biro blu su carta, in un inedito rapporto fra il rigore del palazzo seicentesco e l’esotismo post barocco delle opere pittoriche.


In occasione della mostra verrà realizzato un catalogo monografico edito da Silvana Editoriale (96 pagine a colori) con testo critico di Luca Beatrice, un’intervista di Chiara Canali e un testo di Argàno Brigante che ripercorre il precedente lavoro.

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