Arriva il «salva-vita» a messa

La preghiera sembra avere un potere terapeutico. Però con le tante persone che frequentano le chiese bisogna affidarsi agli strumenti medici. Lo sanno bene i sacerdoti che per primi hanno fatto entrare nelle loro parrocchie i defibrillatori. Quegli strumenti salvavita che servono per rianimare le persone che hanno in corso un arresto cardiaco in attesa di un'ambulanza. L'iniziativa, battezzata «Progetto Church» è stata ideata nel 2007 dal 118 in collaborazione con la diocesi, la fondazione Don Gnocchi e l'Avo (Associazione volontari ospedalieri). Partita nelle scorse settimane in dodici chiese ora è pronta per essere estesa al Duomo ed alle altre parrocchie. A fare da apripista è stata quella di Santa Maria del Suffragio (zona Romana-Vittoria), l'hanno poi seguita la chiesa di Santa Maria della Medaglia, quella di San Michele, quella di San Luigi Gonzaga, quella dedicata alla Madonna di Fatima, e quella di Santa Maria Liberatrice (quartiere Vigentino), quella di Santa Rita (Barona), quella di San Pio V (zona Romana-Vittoria), la basilica di San Babila (in centro). Chiudono l'elenco la parrocchia San Paolo al quartiere Zara e quelle di San Pietro in Sala e di Santa Maria del Rosario a Porta Vercellina.
L'obiettivo di questo piano spiega Maurizio Ferratini, cardiologo della Fondazione Don Gnocchi, è quello di integrare la catena dei soccorsi grazie al supporto di volontari, religiosi e laici che, addestrati dal 118 e distribuiti tra il Duomo e le varie parrocchie, sono pronti a garantire la presenza durante le principali cerimonie religiose e gli eventi sportivi socio-culturali. Un servizio che si prevede quanto mai utile, basti pensare che come dichiara Giovanni Sesana responsabile del 118: «A Milano in un mese 150 persone subiscono un arresto cardiaco, delle quali solo il 7% sopravvive». L'intervento di persone capaci di usare i defibrillatiori automatici, che dalla legislazione italiana è consentito anche da parte di personale non medico, può essere davvero determinante.

Una scossa elettrica può, infatti, allungare la vita in attesa dell'arrivo dell'ambulanza. Una davvero preziosa corsa contro il tempo. Quando l'intervento è tempestivo, ovvero entro 3 o 4 minuti, può aumentare la sopravvivenza dei soggetti colpiti da arresto cardiaco fino al 50%MdM

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