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L’installazione “La Pace Preventiva” di Pistoletto nella Sala delle Cariatidi

Milano omaggia l’artista biellese, in occasione dei 90 anni, con una esperienza immersiva nel Labirinto, fino a domenica 4 giugno

L’installazione “La Pace Preventiva” di Pistoletto nella Sala delle Cariatidi

Milano ci stupisce ancora con le sue proposte sul contemporaneo, ospitando, fino a domenica 4 giugno 2023, da martedì a domenica, dalle ore 10 alle 19.30, giovedì fino alle ore 22.30 (ultimo ingresso un’ora prima della chiusura della mostra), la mostra “La Pace Preventiva” di Michelangelo Pistoletto che quest’anno compie 90 anni. La sede è la prestigiosa Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, la sala da ballo completamente distrutta dalle bombe nel 1943; in seguito venne restaurata conservando le tracce della devastazione e nel 1953 ha accolto Guernica di Picasso. Oggi continua ad essere un importante luogo di arte.

Dichiara l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi: “In occasione dei 90 anni di Michelangelo Pistoletto, Milano gli dedica una grande mostra nella più prestigiosa sala di Palazzo Reale, la Sala delle Cariatidi. Nel grande e storico spazio si snoda un lungo percorso di ricerca e scoperta, un vero e proprio Labirinto in cui i visitatori potranno ammirare alcuni dei principali lavori realizzati dall’artista in oltre sessant’anni di ricerca e attività. L’omaggio prosegue in città con tre installazioni in altrettanti musei civici: il Museo di Storia Naturale, il Planetario Ulrico Hoepli e l’Acquario. Un percorso artistico diffuso per riflettere sulla necessità di instaurare quella Pace Preventiva che è una delle cifre della poetica di Pistoletto”.

Pistoletto porta avanti il tema del labirinto dalla fine degli anni Sessanta, del ‘69 è infatti il suo primo Labirinto presso il Museo Boijmans Van Beuningen di Rotterdam. Per questo bellissimo luogo milanese l’artista ha pensato al suo labirinto di cartone che si srotola in questo spazio fino ad invaderlo e creare un percorso ondulato, da seguire. Il labirinto come simbolo di un viaggio che passo dopo passo e scelta dopo scelta ci porta ad una riflessione sul contemporaneo, sul labirinto del quotidiano. Una esperienza immersiva, che disorienta ma ci emoziona, ci invita a percorrerlo, alla ricerca interiore della pace e dell’armonia e al dialogo tra i popoli per porre fine a ogni guerra.

Tracce chiuse dove ci si perde per poi ritrovarsi, all’interno del labirinto, nell’apertura che fa intravedere altre opere sulle quali soffermarsi, dei diversi periodi della sua lunga attività di ricerca, come Venere degli stracci, 1967-2013, la scultura classica di spalle che guarda sconcertata il cumulo di abiti usati, rifiuti dello sfrenato consumismo; Il Terzo Paradiso - Ragno tessitore, 2003-2014; Wollen - La Mela reintegrata, 2007, con la sua cucitura che tiene insieme naturale e artificiale; Mappamondo, 1966-2022, la sfera realizzata con giornali pressati; La colomba della pace, 2015-2023.

Commenta il curatore della mostra Fortunato D’Amico: “Dentro il labirinto c’è il mostro, la follia predatoria, la guerra, la sua tortuosa struttura architettonica è un complesso di muri ideologici, barriere fisiche, economiche, culturali, porte aperte o chiuse articolate intorno a un ginepraio di intrecci che ne rendono difficile l’orientamento. Dobbiamo cercare di sviluppare la capacità di raggiungere la virtù allontanandoci dal mostro. Esso vive ed esiste nei labirinti fuori e dentro di noi, ma non possiamo esimerci dall’affrontarlo attraverso un’azione preordinata, condotta all’interno della sua abituale residenza. Solo in questo modo potremo annientarlo per instaurare la pratica della Pace Preventiva”.

Il percorso non si ferma al solo Palazzo Reale ma si espande e rafforza il suo concetto di Pace con incontri e approfondimenti sul tema e con la presenza in città di tre installazioni, al Museo di Storia Naturale con Adamo ed Eva, un’opera della serie Quadri specchianti, del 1987; al Planetario con l’Autoritratto di Stelle e all’Acquario Civico con Mar Mediterraneo Sedie Love Difference-Mezzo Terra Mezzo Mare, del 2009, la sagoma del Mar Mediterraneo e una composizione di 60 sedie, realizzata insieme all’artista colombiano Juan Esteban Sandoval, sul tema delle acque e delle problematiche dei popoli dell’area.

Pistoletto così racconta la nascita della Pace Preventiva e del Terzo Paradiso: “Era il marzo del 2003, quando Bush e Blair, appoggiati da numerosi governi, hanno dichiarato guerra preventiva all’Iraq. La circostanza mi ha procurato un turbamento profondo. Tutte le malformazioni culturali ereditate dal passato venivano al pettine: il concetto stesso di guerra preventiva faceva sorgere l’impellente necessità di contrapporre l’idea di Pace Preventiva. Nella storia la pace è sempre venuta a seguito di una guerra ed è stata considerata come suo risultato, dunque guerra nascosta sotto la maschera della pace e pace costituita di mera apparenza. Ho capito in quel momento che io stesso, nonostante l’impegno artistico, intellettuale e pratico, indirizzato verso una trasformazione responsabile della società, dovevo fare un ulteriore passo, ancor più deciso ed efficace, per contribuire al cambiamento di questa umanità. È così che nasce il segno del Terzo Paradiso”.

L’esposizione è curata da Fortunato D’Amico, promossa e prodotta dal Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e Cittadellarte-Fondazione Pistoletto, in collaborazione con Skira che accompagna la mostra con il libro Michelangelo Pistoletto, La Pace Preventiva. Il logo è un’opera di Manish Paul, studente della Scuola Secondaria di Vinci, che ha sostituito al ramoscello d’olivo della “Colomba della Pace” di Picasso del 1961 il “Terzo paradiso” di Michelangelo Pistoletto, come inno alla Pace.

Nella Sala delle Cariatidi si attivano, inoltre, tramite i QR codes, interessanti video con testimonianze di tutte le attività che si svolgono nella scuola Cittadellarte. Intervistato da Germano Celant nel 2011, per la mostra alla Serpentine Gallery di Londra, Pistoletto affermò: “Il labirinto è un luogo fortemente simbolico. La leggenda del Minotauro sta a indicare il mostro che vive dentro di noi e la possibilità che tutti noi, in un certo momento delle nostre vite private della nostra vita collettiva, saremo costretti ad affrontare noi stessi. Il mio labirinto è fatto di cartone corrugato, un materiale flessibile che gli permette di assumere qualsiasi forma e di adattarsi a qualsiasi spazio. In un certo senso è come lo specchio che accoglie qualsiasi immagine. Si presenta come un elemento fisico che è allo stesso tempo fortemente legato all’immaginazione”.

Michelangelo Oliviero Pistoletto è nato a Biella nel 1933. L’artista fonda le sue radici nell’Arte Povera per poi sviluppare un linguaggio che ingloba e sperimenta nuove tecniche e differenti materiali, facendo partecipe dell’opera lo stesso spettatore.

Realizza negli anni Sessanta i Quadri specchianti, opere che contribuiscono a farlo conoscere in quasi tutto il mondo; da sempre impegnato nel sociale, sui temi della sostenibilità e della pace, negli anni Novanta fonda a Biella Cittadellarte-Fondazione Pistoletto e dell’Università delle Idee, con l’obiettivo di porre "l'arte al centro di una trasformazione responsabile della società", facendo interagire i diversi ambiti creativi.

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