Sanremo 2010

"Gli ascolti boom? Merito mio Il festival mi deve ringraziare"

Valerio Scanu, trionfatore della gara canora: "Al mio passaggio in finale lo share è stato del 73%. Il mio difetto? Sono troppo sincero"

"Gli ascolti boom? Merito mio Il festival mi deve ringraziare"

nostro inviato a Sanremo

Ma tanto lui non lo dimostra. Valerio Scanu è felice come una pasqua ma se ne sta qui, a tavola, quasi imbronciato, i due telefoni continuamente in mano. Ha vinto il Festival nel migliore dei modi con il peggiore dei percorsi: in gara, eliminato, ripescato, vincitore all’una di notte. E ora eccolo qui in balia di tutti, di giornalisti che gli chiedono addirittura del mancato G8 alla Maddalena (dov’è nato appena 19 anni fa) o se preferisce le canzoni di Massimo Ranieri o quelle di Anna Oxa. Capirai. Ma guai a sbilanciarsi: lui è fatto così, chiusissimo eppure sincero, talvolta persino troppo. In sei mesi (dopo il secondo posto ad Amici, dove ieri sera è tornato a godersi il trionfo) è il giovane cantante che è cresciuto di più: due cd - quello nuovo si intitola come la canzone del Festival, Per tutte le volte che - settanta concerti, una voce che si sta colorando di vita e finalmente di pathos, di sentimento. Mica poco.
Però, caro Valerio Scanu, l’insinuazione che la perseguita è sempre la stessa.
«Quale?»
Lei viene da un talent show e quindi per molti critici non avrebbe la patente di cantante.
«Rispondo che siamo nel 2010 e la società cambia. E cambiano anche i criteri di valutazione».
Ha sentito Maria De Filippi?
«Mi ha chiamato subito dopo la vittoria. Gridava di gioia. Ma prima mi aveva mandato un bigliettino».
Che cosa c’era scritto?
«Segretissimo».
E ha sentito Mara Maionchi?
«No, perché?».
L’aveva scartato ai provini di X Factor, preferendo Tony Maiello.
«Dice di aver scelto lui perché io ero troppo giovane. E dovevo ancora studiare. Mah...».
Valerio Scanu, ha il seguito di fan più caloroso in circolazione.
«Il mio fan club si chiama L’invincibile armata Scanu. Mi seguono dappertutto, su Facebook proprio ieri ho sfondato quota sessantamila amici. Io sono l’amministratore di pagina: quando vedete un messaggio firmato “Valerio”, è proprio il mio».
Quanti sms spedisce al giorno?
«Almeno duecento. E poi c’è un particolare che mi fa molto piacere».
Quale?
«Durante il mio passaggio in finale, lo share tv è salito al 73 per cento».
Non dica così sennò pensano che sia schiavo della tv. In realtà l'altra sera ha addirittura citato a memoria un passo della Vita Nova di Dante Alighieri.
«Itinerarium mentis in Deum».
Perché?
«Per spiegare il verso della mia canzone scritta dal bravissimo Pierdavide Carone: “In tutti i modi, in tutti i luoghi, in tutti i laghi, in tutto il mondo”. Sono l’espressione di un percorso».
Il suo percorso quale è stato?
«Incerto. A dieci anni volevo diventare professore di lettere, solo a 17 ho capito che il mio futuro era quello di fare il cantante».
Ma no, dovrebbe dire che è tutta la vita che sogna di vincere Sanremo.
«La sincerità è il mio più grande pregio e il mio più grande difetto».
Allora cosa risponde a quel critico che ha scritto: la canzone di Scanu è più vecchia di quella di Toto Cutugno?
«Rispondo dicendo che, dopo averlo ascoltato meglio, mi ha detto che il brano gli è piaciuto di più».
Lo sa che durante la finale, in galleria all’Ariston i suoi fans sono quasi venuti alle mani con quelli di Marco Mengoni?
«Una passione d’altri tempi, vero? E dire che tra noi non c’è nessun problema. Anzi, durante il Festival, ho conosciuto meglio Noemi. Nella sua stanza d’albergo ho anche ascoltato il brano che ha presentato in gara: e mi piace molto».
Di che cosa vive?
«La mia passione e il mio hobby sono la musica. Non ho davvero tempo per altro».
E la politica?
«Mi sto facendo un’idea. Ma non ce l’ho ancora chiara».
Lo sa che, specialmente in passato, tanti cantanti si sono schierati?
«E qualcuno poi, visti i risultati non granché, sono tornati indietro a fare semplicemente i cantanti».
Ad esempio?
«Fiorella Mannoia, direi».
Quando è arrivato ad Amici, lei non era un debuttante. Era già stato a Bravo bravissimo, l’ultimo condotto da Mike Bongiorno nel 2002.
«E là il direttore d’orchestra era Peppe Vessicchio. Quando mi ha ritrovato ad Amici quasi non mi riconosceva, tanto ero cambiato. E anzi, aveva quasi paura che qualcuno pensasse che fosse stato lui a raccomandarmi».
Sabato sera c’era lui a dirigerla all’Ariston.
«E dopo mi ha regalato la sua bacchetta da direttore.

Io sa che farò? Me la appenderò in camera, a dimostrazione di un momento che mi ha cambiato la vita per sempre».

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