Attentati a Duomo e acquedotto: «traditi» dalle intercettazioni

Tra gli obiettivi c’erano l'Esselunga di Seregno, la caserma dei carabinieri di Giussano e la Santa Barbara di Milano. Martedì scorso sono finiti in carcere Rachid Ilhami, 31 anni, uno dei predicatori del centro culturale «Pace» di Macherio e Abdelkader Gafir, 42 anni. Accusati di terrorismo internazionale. Dalle intercettazioni gli investigatori hanno scoperto che gli indagati rivendicavano la propria appartenenza ad Al Qaida, e progettavano attentati terroristici a obiettivi anche simbolici, come il Duomo e l’acquedotto di Milano. I due nordafricani avevano scaricato da internet documenti che contenevano indicazioni utili per costruire ordigni da utilizzare ai loro scopi. Il predicatore avrebbe indottrinato persino il figlioletto di 2 anni, inducendolo al culto di Osama Bin Laden, che il piccolo doveva chiamare «zio Osama». Sempre lo stesso predicatore aveva dato il nome al suo secondo figlio di Osama.
I due marocchini stavano progettando di fuggire, dopo aver capito di essere nel mirino delle forze dell’ordine. I due avrebbero voluto svolgere attività di militanza anche in Irak e Afghanistan.

Nell’indagine, ordinata dal pm Nicola Piacente, sono coinvolte in tutto una decina di persone. Attraverso delle cimici posizionate nelle automobili, gli investigatori hanno colto conversazioni durante le quali i due marocchini parlavano di possibili attentati contro la città di Milano.

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