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Carbonara al Colosseo? Il rispetto prima di tutto

Desta polemiche l'iniziativa pubblicitaria di cucinare una carbonara all'ombra del celebre anfiteatro. Le regole vanno rispettate.

Carbonara al Colosseo? Il rispetto prima di tutto

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Da Instagram scaturisce l'ennesima polemica nella vasta e variopinta galassia dell'enogastronomia social.Stavolta a scatenare critiche ed indignazione generale è stata una discutibile trovata pubblicitaria, durante la quale un noto foodblogger si è cimentato in video nella preparazione di una carbonara, più precisamente di una "carbocrema", sicuramente buonissima per carità, in una location d'eccezione: una suggestiva area verde proprio all'ombra del Colosseo.

Con una scenografia del genere, unica al mondo, l'esibizione e la successiva degustazione da parte d'incuriositi passanti non poteva che essere un successo. Peccato che l'improvvisata kermesse culinaria capitolina, organizzata da un noto ristorante dell'Urbe, fosse totalmente priva di autorizzazioni, sia del comune di Roma che degli enti preposti alla disciplina di preparazione e somministrazione di alimenti all'aperto.

Infatti non si è fatta attendere la reazione della polizia municipale della capitale, prontamente giunta sul luogo per bloccare lo spettacolo abusivo e sanzionare i responsabili. Su tale exploit si è espresso contrariato persino il re della carbonara romano, lo chef Luciano Monosilio, inventore dell'ultima variante cremosa del celebre piatto, la cosiddetta carbocrema appunto, che negli ultimi anni si è prepotentemente diffusa nei ristoranti cittadini. La moda della carbocrema ha raggiunto il limite ed è ora di promuovere nuove ricette.

Non entro in merito alle ulteriori diatribe che possono esserci dietro questa tendenza che divide entusiasti partigiani della carbocrema contrapposti agli ortodossi sostenitori della ricetta tradizionale. Quello che personalmente mi ha reso molto perplessa è stato il fatto che sia stata organizzata una simile iniziativa pubblicitaria in un luogo simbolo meraviglioso come può essere il Colosseo, senza permessi, autorizzazioni e in barba a tutti i divieti.

Con l'aggravante che essendo i protagonisti della vicenda seguitissimi sui social, di certo non hanno trasmesso un bell'esempio ai loro numerosi follower. Organizzare manifestazioni gastronomiche in luoghi d'arte e storia è sicuramente uno dei modi migliori e più apprezzati per " fare cultura" ma è necessario sempre, comunque e dovunque rispettare il principio di legalità e tutte le regole e normative.

Altrimenti si rischierebbe un insidioso Far West senza ritegno e contegno, irrispettoso di quei luoghi che hanno reso il nostro Paese meraviglioso.

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