
Essere genitori è un mestiere difficile. Trovare il giusto compromesso tra mania di controllo e permissivismo assoluto con i propri figli non è mai facile. Le scuole di pensiero sono tante, i metodi educativi si moltiplicano e sui social network è sempre più facile imbattersi nei guru della genitorialità. Eppure, proprio sul web, si sta facendo largo un nuovo approccio che sembra porsi a metà tra il rigore e la libertà. Si tratta dei genitori FAFO che, in aperto contrasto con il gentle parenting, puntano su un approccio diretto e spartano, basato sul principio dell'azione-conseguenza. Nessuna predica, nessun rimprovero: se un figlio sbaglia, imparerà da solo cosa comporta oltrepassare i limiti. Noncuranza? Non esattamente, assicurano i Fafo.
Video #Fafo virali su TikTok
Questo particolare stile educativo è nato negli Stati Uniti ma si è ben presto diffuso in altri paesi. L'approccio del metodo FAFO (acronimo di "Fucking around and find out", ovvero "Prova a fare lo stupido e vedi cosa succede") è arrivato all'attenzione del pubblico dei social grazie a numerosi video condivisi da genitori intenti a seguire le basi di questo nuovo metodo educativo. L'hashtag #fafo è diventato tra i più virali di TikTok e il pensiero Fafo è salito alla ribalta della cronaca, ma in cosa consiste?
Le basi del metodo
L'intento di chi segue questo approccio innovativo non è quello di mettere in pericolo i propri figli, lasciandogli il totale libero arbitrio, piuttosto è quello lasciare che i bambini sperimentino le conseguenze naturali delle loro scelte. Un esempio? I genitori FAFO suggeriscono ai propri figli di coprirsi quando fa freddo, ma non gli impongono di indossare una maglia o una giacca. Lasciano che sia il proprio bambino a capire quando è opportuno coprirsi e cosa può succedere in caso contrario. Questo metodo prevede la partecipazione attiva dei genitori, che guidano i propri figli nel difficile percorso di essere consapevoli e padroni delle proprie scelte e dei rischi connessi. Dunque, non significa - come ipotizzano i più critici - che i minori vengono abbandonati a loro stessi e che i genitori si disinteressano di ciò che fanno. Piuttosto mamma e papà Fafo osservano "a distanza" e aiutano i figli a capire cosa è successo.
Età dei bambini e pregi della pratica
Empatizzare con i propri figli, essere la loro guida in questo percorso e relazionarsi apertamente è un'altra caratteristica dei genitori Fafo, che non usano mai frasi del tipo: "Te l'avevo detto". Le conseguenze ci sono ma tendono a essere educative più che rischiose. Dunque, colpevolizzare i bambini per l'errore non è da genitore Fafo. Secondo gli esperti l'età giusta per attuare questo metodo è dai 3/4 anni in poi, cioè quando i bambini hanno già sviluppato il pensiero causa-effetto. Seguendo questo approccio i genitori hanno il doppio obiettivo di aiutare i propri figli a sviluppare il pensiero critico, responsabilizzarli e fargli ottenere maggiore fiducia nelle proprie capacità. Intanto le critiche sul metodo Fafo si moltiplicano e gli esperti si dicono sciettici sulla messa in pratica dell'approccio.
Le critiche degli esperti
I dubbi degli esperti sono molti e si basano su considerazioni scientifiche e pedagogiche. Lo psicoterapeuta dell'età evolutiva Alberto Pellai sulle pagine di FC ha spiegato: "Credo che il metodo FAFO oggi rappresenti uno stimolo per i genitori del terzo millennio ma non rappresenta la reale soluzione all’emergenza educativa tanto evocata da più parti. Perché quello che oggi viene richiesto al genitore non è la capacità di aderire ad un metodo, ma l’assunzione di una responsabilità educativa che appartiene alla dimensione del suo “essere Adulto”, colui che è portatore di responsabilità e competenza. Cosa che il metodo FAFO potrebbe completamente non prevedere, divenendo la metodologia preferita di adulti distratti, assenti e spesso immersi nella propria realtà, che con la scusa di un metodo in cui il bambino agisce, elabora e deduce potrebbero trovare un alibi inattaccabile per la loro inconsistenza". Più duro, invece, il pedagogista Daniele Novara che, sulle pagine di Repubblica, ha messo nel mirino i genitori: "Mi sembra un'emerita stupidaggine, una parodia del cognitivismo. È un approccio senza alcuna base scientifica. Jean Piaget e le neuroscienze lo dicono, i bambini non hanno, almeno fino ai 10-11 anni, il senso delle conseguenze, se non sul piano strettamente pratico.
Da trent’anni viviamo un’era narcisistica in Occidente che ha infragilito i genitori. Mamme e papà che fanno fatica ad assumersi la responsabilità dell’educazione. Non ci si può mettere alla pari con i figli. Il ruolo genitoriale necessita impegno, dedizione, sacrificio".