
Un sondaggio all’interno delle aziende per capire quanto le politiche di welfare possano influenzare la natalità è stato realizzato da Kraft Heinz (con il l brand Plasmon), Chicco ed Edenred Italia che hanno costituito “Rete Adamo”. Un sodalizio fondato nel 2023 con l’obiettivo di sviluppare politiche organizzative a sostegno della genitorialità e che ha ideato una Survey dal titolo “Genitorialità e welfare: la chiave per il futuro delle imprese e della società”, effettuata all’interno delle tre realtà e presentata ieri nella sede Edenred di Milano.
I dati
Tra i dati più significativi emersi dal sondaggio che ha coinvolto 705 dipendenti, il 54% composto da genitori e il 46% da non genitori (la fascia d’età più rappresentata tra gli intervistati è quella tra i 25 e i 45 anni) c’è quello dell’eNPS (Employee Net Promoter Score): il 79% degli intervistati ha dichiarato che raccomanderebbe la propria azienda, contro il 43% della media nazionale emersa dal rapporto Great Place to Work 2025.
Un termometro importante che conferma l’apprezzamento delle misure finora messe in campo dalle aziende della rete. Un altro elemento significativo è che l’80% dei dipendenti ritiene che le misure a sostegno della genitorialità aiutino le persone a sentirsi più tranquille nel pianificare il proprio futuro familiare e quindi siano sentite come un valore positivo per il benessere individuale e organizzativo, con un punteggio di 7,7 su 10: sapere che la propria azienda ha una politica di supporto per la famiglia aumenta il senso di appartenenza per l’80% dei dipendenti.
Gli aspetti fondamentali
Le persone intervistate considerano due aspetti necessari per poter gestire al meglio la famiglia e pianificare di avere figli: la flessibilità sul lavoro (richiesta dal 86,4%) e la necessità di ridurre l'impatto economico (74,68%). È interessante notare che quando si parla di che cosa vorrebbero dalle istituzioni, i bisogni principali sono: una maggiore conciliazione tra lavoro e famiglia (86,49%) e una maggiore stabilità economica (85,49%).
Questi dati dimostrano che le aziende possono fare la loro parte cercando, per quanto possibile, di lavorare su queste priorità: flessibilità e welfare. E i risultati si vedono: non solo ciò aumenta la soddisfazione e l’efficienza del dipendente (il 78% dei dipendenti dichiara che il modello flessibile adottato dall’azienda permette di essere più efficace) ma anche la natalità. I numeri di Rete Adamo nel primo anno lo certificano: si è assistito a un abbassamento delle dimissioni volontarie del 4% e un aumento del tasso di natalità del 2%.
Le parole del portavoce di Rete Adamo
“Quando si attivano politiche a sostegno della genitorialità, le persone tendono a rimanere, a lavorare meglio e a raccomandare il proprio ambiente di lavoro - afferma Corrado Colombo, portavoce di rete Adamo e Commercial Vice President Artsana Group, Chicco - Questo dimostra che la natalità non è solo una questione demografica, ma anche strategica per la competitività del Paese. Lavorare in rete tra aziende, condividendo dati, metriche e best practice, può fare la differenza – continua - quello che emerge dalla nostra esperienza è che una sinergia tra pubblico e privato è possibile”.
Alle sue parole si sono poi aggiunte quelle di Gigi De Palo, presidente Fondazione Natalità e Direttore generale Fondazione Angelini, che ha ricordato che nel 2024 è stato segnato il record negativo di bambini nati, pari a 370 mila: “L’Italia - ha sottolineato - è il Paese in cui si parla di più di famiglia, ma si fanno meno politiche familiari rispetto al resto d’Europa. Secondo i dati Istat, tra i ragazzi di età compresa tra i 10 e i 19 anni, il 74,5% desidera sposarsi, il 70% vuole avere figli e, tra questi, l’80% vorrebbe due o tre figli. Il desiderio quindi esiste, ma spesso si scontra con una realtà molto complicata. Il tema della natalità riguarda tutti noi e sarà al centro dell’agenda politica per almeno le prossime quattro o cinque legislature. Dobbiamo tornare - ha concluso - ad ascoltare le esigenze del paese reale, le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori”.
Mentre secondo Alessandro Fontana, Direttore Centro Studi di Confindustria, la demografia è una delle grandi sfide del nostro Paese: “L’invecchiamento della popolazione e il calo delle nascite mettono a rischio la competitività delle imprese, quindi il nostro potenziale di crescita e la sostenibilità del welfare. Le imprese stanno già facendo la loro parte trattenendo competenze e investendo nel welfare aziendale (il 60% delle aziende associate a Confindustria offre previdenza complementare e assistenza sanitaria integrativa). Occorre però molto altro: intervenire per aumentare la partecipazione dei giovani e delle donne al mercato del lavoro, investire nella formazione continua e adottare una gestione dell’immigrazione che consenta di attrarre e trattenere i migliori talenti dall’estero, mantenere e valorizzare i nostri giovani. Rimbocchiamoci le maniche - ha concluso - non esiste la bacchetta magica, servono tante azioni da avviare subito”.
Migliorare la qualità della vita
Le aziende di Rete Adamo dimostrano che misure strutturate, integrate e continuative a sostegno dei genitori possono migliorare la qualità della vita, contrastare la fuga dal lavoro dopo la nascita dei figli e contribuire concretamente alla risposta alla crisi demografica. Una collaborazione tra aziende e istituzioni pubbliche oggi è fondamentale per creare politiche più efficaci e integrate, capaci di rispondere in modo più completo alle esigenze delle famiglie e di promuovere un cambiamento duraturo.
All’evento hanno partecipato inoltre:
Simona Finazzo, Chief Public Affairs Officer Edenred Italia; Luigi Cimmino Caserta, responsabile Relazioni Istituzionali Kraft Heinz e Arianna Visentini, Ceo Variazioni.