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Meglio le ricette delle nonne che quelle di IA: i pericoli che non vediamo

L'intelligenza artificiale svolgerà sicuramente un ruolo importante nel nostro futuro. Anche in cucina. Ma non facciamoci sostituire

Meglio le ricette delle nonne che quelle di IA: i pericoli che non vediamo

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Negli ultimi tempi sto seguendo con grande interesse e a volte con qualche perplessità e preoccupazione l'evolversi di una futuristica tecnologia che sicuramente un giorno avrà un effetto impattante sulla nostra società e sull'intero pianeta: l'Intelligenza Artificiale .
Siamo ancora ad uno stadio embrionale ma gli studi e le ricerche per sviluppare ed implementare questa epocale innovazione fremono in ogni campo, da quello informatico, a quello industriale, medico-farmaceutico fino a quello a me particolarmente caro della cucina e gastronomia.
Scienziati e programmatori stanno sviluppando algoritmi in grado di simulare la mente umana, in grado di apprendere, elaborare e addirittura estrapolare nuove soluzioni in totale autonomia, nel tentativo di riprodurre le nostre sinapsi cerebrali.
Una nuova grande frontiera della ricerca scientifica che ha già suscitato dubbi di natura etica ( riguardo al tentativo di ricreare coscienze artificiali) e paure che hanno ispirato libri di fantascienza e film di successo, dove in futuri distopici e apocalittici le IA si sono ribellate al creatore umano e lo hanno sostituito nella guida della Terra.
Non credo che ciò avverrà mai ( o meglio lo spero) ma la mia attenzione è focalizzata sull'applicazione della IA alla preparazione di alimenti e alla cucina, perché a mio avviso non potrà che essere solo di aiuto marginale e non potrà mai sostituirsi in toto all'uomo.
È recentissima la notizia di come un software di IA promosso da una catena di supermercati in Nuova Zelanda abbia causato problemi potenzialmente pericolosi proprio a causa della mancanza dell'elemento umano.
Il programma avrebbe dovuto elaborare e suggerire ricette antispreco utilizzando gli ingredienti a disposizione degli utenti.
Una trovata apparentemente geniale e utilissima.
Peccato solo che alcune delle ricette proposte da IA non fossero solo disgustose ma estremamente tossiche e pericolose.
Gli algoritmi infatti hanno consigliato ricette per preparare panini farciti con veleno per formiche, patate arrosto repellenti alle zanzare e bevande dissetanti ( e letali) a base di candeggina e cloro.
Sicuramente gli algoritmi responsabili potranno essere corretti e migliorati per evitare in futuro simili clamorosi errori ma rimane il concetto che l'essere umano in cucina non può e non deve essere sostituito da calcolatori elettronici.
Non solamente per motivi di sicurezza ma soprattutto perché non possiamo permetterci di disumanizzare una delle attività più umane che esistano, la cucina appunto e a maggior ragione se tradizione, pilastro portante della nostra società e civiltà.
Cucinare è una attività sociale, strettamente collegata alla comunità, alla famiglia, alla storia, alla cultura, all'identità di popoli, nazioni, fedi religiose. Importantissima, direttamente o indirettamente, nella formazione personale dell'individuo e nella creazione di legami.
Ben prima di schede elettroniche e database informatici le ricette e le preparazioni degli alimenti sono state tramandate per generazioni da madre a figlia, da nonna a nipote, spesso modificandole e adattandole, a volte per necessità, a volte per intuizione.
Elemento unico e inimitabile la capacità esclusivamente umana di commettere errori e trasformarli in grandi successi.
Se non ci fossero stati sbagli in cucina, ora non potremmo gustare leccornie straordinarie come il risotto alla milanese, il gorgonzola e il panettone.
Errare è umano e in questo caso dobbiamo andarne fieri.
Se l'intelligenza Artificiale potrà aiutarci ai fornelli per limitare gli sprechi e affiancarci ben venga ma che sia e rimanga sempre e solo un aiutante, non permettiamole mai di prendere il nostro posto.


Perché per IA quello che facciamo è solo una somma di calcoli, per noi è parte della nostra stessa umanità.

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