Nei discorsi di certa sinistra illuminata (o presunta tale) c'è sempre un "ma" di troppo. Un "però" che relativizza tutto. Sulle recenti manifestazioni anti-Israele nelle università, ad esempio, la giusta condanna alle modalità d'azione antidemocratiche dei collettivi studenteschi è stata accompagnata da incomprensibili note a margine in apparente contraddizione con l'iniziale convincimento. Esempio esplicativo: stamani, intervenendo a L'Aria che Tira su La7, Ginevra Bompiani ha dapprima biasimato l'intolleranza dei blitz negli atenei ma poi ha parlato anche di "metodo condivisibile".
Interpellata sulle recenti contestazioni studentesche al direttore di Repubblica, la candidata nelle liste di Michele Santoro per le europee ha affermato: "Sono sempre convinta che alla parola si risponde con la parola e non con la violenza, mai. Quindi mi dispiace sempre quando a qualcuno viene impedito di parlare. Bisogna invece controbatterlo, perché è importante controbattere quando non si è d'accordo". E fin qui il discorso era pure condivisibile, di per sé senza sbavature. Bompiani però, ha di seguito aggiunto un'ulteriore considerazione in grado di far storcere il naso sia al conduttore David Parenzo, sia alla deputata dem Alessia Morani, presente al dibattito in studio.
"Il metodo di questi ragazzi non è stato democratico e di confronto...", aveva imbeccato il giornalista. E Bompiani: "Non è un metodo democratico, è un metodo però comprensibile sotto certi aspetti". Ma come; la scrittrice milanese non aveva appena esecrato quel tipo di incursioni contro la libertà d'espressione altrui? E, in ogni caso, come può un metodo sbagliato essere al tempo stesso comprensibile? Incalzata dal conduttore, la candidata di Santoro ha quindi aggiunto: "Ho già detto che non sono d'accordo, dico che capisco da dove viene: viene dalle scene di Gaza. Purtroppo viene da Netanyahu, che sta creando un nuovo antisemitismo che è una cosa spaventosa".
Insomma, secondo il ragionamento sarebbe colpa del premier israeliano se un gruppo di studenti occupa l'università e nega a qualcuno di esprimere il suo pensiero. La tesi per la verità non convince troppo, così come risulta difficile considerare Netanyahu il solo responsabile di un nuovo antisemitismo ormai manifesto, atteggiamento che non dovrebbe comunque trovare spazio a prescindere dalle sue eventuali cause.
"Ma secondo lei questo è un buon motivo per non far parlare le persone?", ha domandato Parenzo, che nei giorni scorsi aveva sperimentato il prima persona l'intolleranza dei collettivi studenteschi. Risposta di Bombiani: "Non è un buon motivo. Ho detto però che la colpa di questa cosa, secondo me sbagliata, ce l'ha Netanyahu".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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