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"Rai controllata dall'estrema destra". L'incredibile sparata dei giornalisti europei

La Federazione Europea dei Giornalisti sposa la versione dell'USIGRai e attacca il governo Meloni con l'assurda teoria dell'"occupazione" politica della Rai

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"Il governo di estrema destra prende il controllo della tv pubblica". La Federazione Europea dei Giornalisti prende per buona la denuncia che arriva direttamente dalla FNSI (la Federazione Nazionale Stampa Italiana) e di USIGRai, rispettivamente il sindacato unitario dei giornalisti italiani e quello della Rai, e si mette ad attaccare a spron battuto anche lei il governo Meloni. Tra l'altro con una ricostruzione dei fatti piena di lacune e di strafalcioni.

La denuncia dell'EFJ sulla Rai

Supposte censure, epurazioni e lottizzazioni erano state tirate strumentalmente in ballo dall'USIGRai nei giorni scorsi e il sindacato europeo non ha perso tempo per fare un maldestro copia e incolla della versione dell'omologo italiano per andare pesantemente contro l'esecutivo italiano di centrodestra. Un racconto che parte da inizio maggio, con le dimissioni dell'ex amministratore della Rai Carlo Fuortes, e che arriva all'addio annunciato da Fabio Fazio dodici giorni fa. Proprio riguardo al conduttore di Che Tempo Che Fa – che domenica 28 maggio andrà in onda per l'ultima volta in assoluto – arriva il passaggio più controverso del comunicato dall’EFJ.

"Un altro recente caso di dimissioni ha coinvolto il giornalista italiano Fabio Fazio, che ha dichiarato che a fine maggio andrà in onda l'ultima puntata del suo longevo e storico programma Che Tempo Che Fa (Rai 2). Fazio ha annunciato un accordo con un altro canale televisivo, in seguito alle numerose critiche ricevute per il suo programma, e dopo varie pressioni politiche da parte del governo, che non ha mai apprezzato la linea editoriale progressista del programma televisivo".

Le bugie della federazione dei giornalisti europei

Era complicato riuscire a concentrare in pochissime righe così tante inesattezze sul "Fazio gate", ma l'European Federation of Journalism è riuscito nell'impresa. Innanzitutto Fabio Fazio non è un giornalista, visto che aveva scelto autonomamente di lasciare l'Albo dei pubblicisti nel 2016 per potere partecipare a uno spot televisivo. Non ha rassegnato mai le dimissioni visto che il suo contratto con la Rai è in naturale scadenza tra pochissimi giorni (30 giugno). "Il suo longevo e storico programma" non va in onda su Rai2 (lo è stato solo nella stagione 2019-2020) ma su Rai3, canale che lo ha ospitato per 17 edizioni su 20.

Le "numerose critiche ricevute", sì, ci sono sicuramente state, ma hanno ben poco a che fare con la firma di Fazio su un contratto quadriennale con Discovery per 10 milioni di euro totali. Così come resterebbe ancora da capire quando e da quale parte del governo avrebbe ricevuto delle "pressioni politiche". Il fatto che poi il sindacato dei giornalisti RAI USIGRai veda in questa mossa "un segno di occupazione del servizio pubblico da parte del governo di estrema destra del premier Giorgia Meloni" fa solamente ridere a crepapelle visto che il Partito Democratico, con le nomine di ieri, ora si è portato a casa 8 direzioni Rai su 24.

La composizione dell'EFJ

La Federazione europea dei giornalisti è la più grande organizzazione di giornalisti presente nel nostro continente e rappresenta circa 320mila giornalisti di 71 diverse organizzazioni di 43 paesi membri. Fondata nel 1994 per rappresentare gli interessi di associazioni e di sindacati di giornalisti, ha uno status giuridico indipendente come organizzazione non a scopo di lucro internazionale. L'attuale presidente è la croata Maja Sever che, nota per il suo impegno civico, ha costruito la sua carriera all’interno della televisione pubblica HRT dove condue il talk show Nedjeljom u 2 con Aleksandar Stanković. Tra i vicepresidenti c'è Anna Del Freo del Sole 24 ore.

Il commento di Carlo Fidanza

Carlo Fidanza non si è lasciato scappare l’occasione di commentare tutte queste esternazioni. "La Federazione Europea dei Giornalisti, facendo sua la versione del sindacato di sinistra della Rai, si indigna per presunte epurazioni, censure e lottizzazioni. Lo stesso fa il Pd, nonostante sia ormai certo che trasmissioni cult della sinistra verranno confermate – scrive su Instagram il capo delegazione di Fratelli d'Italia al Parlamento Europeo -. Lo stesso fa qui a Bruxelles un'eurodeputata spagnola dei Verdi, chiedendo addirittura un dibattito sulla nomina ad AD del 'pericoloso estremista' Roberto Sergio. Siamo oltre il ridicolo! Hanno occupato per anni ogni sgabuzzino della tv di stato, senza nemmeno essere maggioranza tra gli italiani, e adesso si lamentano se qualcuno osa portare un po' di pluralismo.

Sono senza vergogna".

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