Retrogusto

Recioto Santa Sofia, il lato dolce della Pasqua

Classico della produzione della Valpolicella, questo vino passito è perfetto per l’abbinamento con la colomba (magari quella al Recioto di Lorenzetti). Ed è uno dei vanti della storica cantina della famiglia Begnoni, che oltre cinquant’anni fa ha scelto di innovare un territorio supertradizionalista senza rinunciare all’identità

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Il Recioto è uno dei grandi vini della Valpolicella, un rosso dolce e avvolgente, da fine pasto, perfetto per fare da accompagnamento a un dolce lievitato, magari la Colomba al Recioto prodotta da Lorenzetti, un blasonato forno veronese. L’abbinamento è suggerito dalla cantina Santa Sofia, che produce una ottima versione di questo vino che prende il nome dalla parola “recia”, ovvero orecchia, dal momento che si utilizzano per produrlo soltanto gli acini collocati dove sarebbero le orecchie del grappolo, quella più esposta alla cura del sole. Le uve (di Corvina, Corvinone e Rondinella, che sono poi le stesse dell’Amarone) una volta vendemmiate vengono messe ad appassire in un fruttaio per qualche mese, in modo che i chicchi si asciughino dall’acqua e concentrino gli zuccheri fino a quando, con l’aria secca e gelida dell’inverno, arriva finalmente il momento della pigiatura.

Il Recioto Santa Sofia Classico, che io ho assaggiato nell’annata 2020, è un vino a denominazione di origine classica e garantita che, dopo l’appassimento già descritto, che dura all’incirca 120 giorni, è sottoposto a un affinamento che dura diciotto mesi in tonneaux di rovere francese da 500 litri, sei mesi in botti grandi di rovere e infine un anno di riposo in bottiglia. Un vino rubino intenso con riflessi violacei, che al naso esibisce note di frutta rossa, di spezie, di note terizarie come il tabacco, il tutto avvolto da una piacevole balsamicità, e in bocca garantisce un sorso pieno, avvolgente, con note dolci spalleggiate da una piacevole freschezza e note di amarena e cacao. Si sposa bene, oltre a dolci di pastafrolla, ai lievitati e alle torte al cacao, anche a formaggi ben stagionati.

La cantina Santa Sofia, che produce vini fin dal 1811 a Pedemonte, in una delle zone più belle della Valpolicella, e che prende il nome dalla cappella eretta dai frati di San Bernardino nel Trecento, ha il centro operativo in una splendida villa palladiana. Da mezzo secolo è nelle mani della famiglia Begnoni, che ha portato un senso dell’innovazione e una spinta verso la qualità che negli anni Sessanta e Settanta dello scorso secolo, quando questo percorso ha preso il via e si è consolidato, era tutt’altro che comune. Tra i maggiori cambiamenti culturali che i Begnoni hanno introdotto, c’è la collaborazione con i produttori del territorio, da cui, come dei négociant francesi, si riforniscono delle uve migliori che vengono prodotte secondo procedure condivise in un micro-sistema virtuoso che fa crescere tutti. Giancarlo, enologo diplomato a Conegliano nel 1956, ha iniziato questo cammino di crescita negli anni Sessanta dello scorso secolo, dopo l’acquisto dell’azienda dalla contessa Rizzardi. A lui si deve l’impronta stilistica dei vini, l’uscita nel 1967 del primo Amarone della Valpolicella datato 1964 e soprattutto la scommessa del Gioè, un “cru” di Amarone nato dalla particella di Monte Gradella, che a lui apparve subito speciale per aromi e profondità.

Oggi la cantina è condotta dal figlio Luciano, che ha preso il testimone dal padre e ha accettato la spinta dell’internazionalizzazione: il 75 per cento delle 750mila bottiglie prodotte è destinata al mercato estero, costituito da una settantina di Paesi. Santa Sofia conta su 78 ettari di vigneti di cui 45 in Valpantena e a Briago, 24 in Montegradella e nella Valpolicella Classica, 6 nella Lugana e a Pozzolengo (terra di vini bianchi) e 3 in un’area non distante dalla villa storica dove nei prossimi anni sorgerà la nuova ipertecnologica e supersostenibile cantina, per la quale i Begnoni hanno stanziato 8 milioni di euro.

La carta dei vini Santa Sofia prevede, oltre al Recioto e all’Amarone Gioè, altre due etichette di Amarone della Valpolicella Docg (un Classico e un Classico Riserva dal lunghissimo affinamento in botti di rovere e in bottiglia), un Valpolicella Classico superiore Doc e un Valpolicella Ripasso Doc, una linea dedicata ai classici veronesi che comprende anche un Bardolino Doc, un Lugana Doc, un Soave Doc, un Pinot Grigio Doc del Garda e un Custoza Doc, e alcuni vini Igt più innovativi come il Rosso Veneto El Maturlan, il Merlot Corvina e l’Arlèo, un vino assai contemporaneo.

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