Come rosica Lerner, il killer non è un “bimbo” e Sangiuliano: quindi, oggi…

Quindi, oggi...: il caso di Maria Rosaria Boccia, le bordate di Beppe Grillo e il "bavaglio alla stampa"

Come rosica Lerner, il killer non è un “bimbo” e Sangiuliano: quindi, oggi…

- C’è chi critica l’intervista di Gennaro Sangiuliano al Tg1 concessa al direttore Chiocci. Qualcuno sussurra: “Una diretta di 15 minuti non l’avevamo vista neanche nel caso di interviste ai pontefici”. Lerner ironizza: “Un vero e proprio scoop giornalistico che illuminerà per sempre la sua carriera e che resterà fra le pagine più gloriose della storia del telegiornale pubblico”. Allora, qui bisogna chiarirsi. Se osserviamo l’intervista dal punto di vista di Sangiuliano, allora forse qualche ragione ce l’ha chi crede che sottoporsi ad una simile tortura, di fronte a milioni di telespettatori, costretto a squadernare al pubblico ludibrio i proprio peccati di letto, occhi bassi e scuse alla “donna della mia vita”, non sia stata una scelta saggissima. Se Meloni voleva punirlo, c’è riuscita egregiamente. Ma osservando la diretta dal punto di vista giornalistico, la scelta di dedicargli così tanto spazio è stata saggia, corretta, azzeccata. Uno scoop è uno scoop, e questo lo era: Sangiuliano ha rivelato di essersi dimesso, di aver avuto una relazione con Maria Rosaria Boccia e di temere per quello che potrà uscire dalle chat con questa donna. Infatti, oggi su tutti i giornali non si parla d’altro. E infatti Lerner rosica.

- Vietato pubblicare le ordinanze di custodia cautelare nella sue interezza. Nessuna "stretta alla libertà di stampa", ma il sacrosanto argine ad un gran caos che i giornalisti non sono riusciti ad auto-regolamentare. La pubblicazione di quei documenti, che nel 99,9% riportano solo la versione dell'accusa senza che il malcapitato arrestato abbia ancora avuto la possibilità di difendersi, alimenta una valanga di articoli grazie a virgolettati, intercettazioni, dialoghi. In Italia il processo mediatico è un fatto e occorre trovare tutti i modi per evitarlo. O almeno per rinviarlo fino alla prima udienza preliminare.

- Incipit di Repubblica: "Il governo Meloni brandisce la scure contro la libertà di stampa. E lo fa proprio in coincidenza con il caso Boccia-Sangiuliano". Mi spieghi, Liana Milella, che cosa diavolo c'entra il caso Sangiuliano con le ordinanze di custodia cautelare? Nulla, trattandosi di gossip e di indiscrezioni giornalistiche, senza intervento alcuno della magistratura. Anzi: per una volta i giornali hanno fatto il loro mestiere scavando nell'intimo del ministro senza doversi appoggiare alle "carte" spione dei magistrati.

- Beppe Grillo torna alla carica e bombarda Giuseppe Conte. È impossibile che la frattura politica tra il Fondatore e l’ex premier si possa ricucire, dunque le opzioni - ha ragione il comico - sono due: o con me o contro di me. Il che significa che dopo il congresso di ottobre o il M5S si spaccherà in due, con tanto di guerra legale per detenere il simbolo, oppure nascerà un movimento nuovo. A questo punto la soluzione “più semplice” per Giuseppi. Staremo a vedere.

- Sono serio: ma perché i politici scrivono libri? Cioè, voglio dire: ai lettori non bastano già i video YouTube, i post sui social, gli articoli di giornale e le interviste tv?

- Va dato atto a Matteo Renzi, quando le cose si fanno serie, di avere un minimo di senso dello Stato. Se von der Leyen nominerà Fitto vicepresidente e gli darà le deleghe sull’Economia, sbaglia Renew Europe a considerarlo uno scempio. “L’opposizione - dice Renzi - ha il dovere di difendere il commissario italiano”. Anche perché resta tale anche in caso di cambio di governo.

- Quante volte, cari colleghi, avere ricaricato la pagina Instagram di Maria Rosaria Boccia? Ecco. Difficile dire se abbia capacità organizzative, ma quelle comunicative sono innegabili. Ci ha tenuti tutti in mano. Genio.

- Domanda, domandina: ma far intendere di avere video, audio e sms sulla relazione, si configura come la versione edulcorata e non sporcacciona del revenge porn?

- Sangiuliano verrà fatto Santo. E sapete da chi? Da Sara Giudice e Nello Trocchia i quali, già graziati dai colleghi che hanno trattato coi guanti bianchi la loro storia, adesso vedono scivolare le loro magagne in fondo alla inevitabile gerarchia delle notizie. Fortunelli.

- Strage di Paderno Dugnano, Riccardo al Gip: “Non ce l’avevo con la mia famiglia”. Ah, pensa tu cosa avrebbe fatto se li avesse odiati.

- La strage di Paderno Dugnano è orribile, tremenda, inumana. Papà, mamma e fratellino trucidati a coltellate dopo aver giocato alla PlayStation. Insensato. Giornali, psicologi ed esperti si sono lanciati in analisi dotte del caso, sui disagi giovanili, sul perché e il percome di un delitto simile. Ovviamente senza aver mai parlato con il killer. Cerchiamo sempre una "giustificazione" forse perché non riusciamo ad arrenderci al fatto che nella vita esiste la banalità del male. Guerre, carestie, omicidi, disgrazie. Puoi avere tutti gli psicologi, Onu e istituzioni internazionali eppure non riuscirai a sradicare ogni briciola di male. Quello che non bisogna fare, invece, è banalizzare l'atto. E giustificarlo con la minore età del killer. Non si può sentire. Roberto ha 17 anni, non 10. È quasi un uomo e tra qualche mese avrebbe preso la patente, votato, fatto scelte di vita importanti. Non è un ragazzino. La minore età, in questo caso, non può valere come attenuante: ci sono coetanei che a 17 anni - a volte anche prima - lavorano, vanno via di casa, si prendono responsabilità.

- PS: da segnalare anche il tempismo perfetto di Ilaria Salis che l'altro giorno chiedeva l'abolizione delle carceri per minori.

Domanda: l'assassino di Paderno Dugnano lo mandiamo nelle galere per adulti o gli trova lei un posto?

- Mi sorprende che Dago non sia andato ancora a cercare come Sangiuliano raccontava nel suo libro Hillary la relazione tra Bill Clinton e Monica Lewinsky.

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