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Sconti di pena e multe mai incassate. Così gli incivili la fanno franca

Tre turisti denunciati in meno di un mese per aver sfregiato il Colosseo. La multa prevista per deturpamento e deterioramento di beni culturali può arrivare fino ai 15mila euro. Si rischia anche l'arresto da 2 a 5 anni

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La legge punisce con multe fino ai 15mila euro e carcere da 2 a 5 anni chi imbratta i monumenti. Ma gli incivili, spesso turisti stranieri, trovano sempre il modo di aggirare l'ostacolo. E così, tra scorciatoie e lungaggini della burocrazia, difficilmente chi si diverte a sfregiare le opere d'arte del nostro Paese poi paga dazio. Come nel caso dell'ingegnere saudita che la notte dell'11 maggio 2022 ha percorso la scalinata di Trinità dei Monti, a Roma, a bordo della sua Maserati provocando un danno da 50mila euro. Il processo a suo carico comincerà nel 2025, il Campidoglio si è costituito parte civile, ma lui non ha versato ancora un centesimo. E chissà se mai lo farà.

Tre sfregi al Colosseo in meno di un mese

In meno di un mese tre turisti hanno sfregiato il simbolo della romanità nel mondo, il Colosseo. L'ultima volta è successo sabato: uno studente tedesco di 17 anni è stato sorpreso mentre grattava su una parete del piano terra del monumento, deteriorando una parte del laterizio. Due giorni prima, una ragazza svizzera (anche lei 17enne) è stata filmata mentre incideva le iniziali del suo nome su un basamento del Anfiteatro Flavio. Il terzio episodio risale invece a qualche settimana fa: un giovane turista di origini bulgare ha inciso il suo nome e quello della fidanzata sui muri dell'opera d'arte più rappresentativa della Capitale. Sono stati tutti denunciati e multati, ma l'iter per la riscossione delle sanzioni pecuniarie è talmente farraginoso che difficilmente ripareranno il danno.

Multe e carcere: cosa prevede la legge

Sfregiare un monumento rende imputabili del reato previsto dall'articolo 518 duodecies del Codice penale, che punisce la distruzione, dispersione, il deterioramento, deturpamento, l'imbrattamento e l'uso illecito di beni culturali o paesaggistici. In teoria, il reato prevede l'applicazione di pene dai 2 ai 5 anni di reclusione ma nella pratica le cose cambiano. Con la scelta di un rito alternativo, che garantisce uno sconto di un terzo della pena, e con l'applicazione delle attenuanti generiche, si può arrivare tranquillamente sotto l'anno di reclusione. Fatto sta che, al di sotto dei due anni, se si tratta del primo reato commesso, le pene vengono generalmente sospese. Resterebbero le multe ma, anche in questo caso, la faccenda si complica. Stando a quanto riporta un articolo de Il Messaggero, l'amministrazione ha un tasso di riscossione bassissimo: le multe pagate spontaneamente sono circa l'1% del totale. Mentre quelle riscosse forzatamente arrivano a stento al 3%.

Gli effetti della Riforma Cartabia

Con la Riforma Cartabia qualcosa dovrebbe o potrebbe cambiare. Dal 2022, il mancato pagamento della multa o ammenda entro il termine stabilito - 90 o 30 giorni - comporta la conversione della pena pecuniaria in semilibertà. In caso di indisponibilità economica, il condannato deve svolgere lavori di pubblica utilità. E se si rifiuta finisce ai domiciliari, almeno sulla "carta". Perché quando si tratta di turisti stranieri diventa difficile rendere effettiva l'esecuzione delle pene: dopo aver commesso il fatto tornano in patria senza neanche aspettare la fine del processo. In alternativa possono essere attivate le procedure di esecuzione all'estero, ma i tempi si dilatano a dismisura e non sempre l'iter va a buon fine.

Insomma, una missione impossibile.

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