Quindi, oggi...

Signor Macron legga qui, due chiapppe col Daspo e Kherson: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: la riconquista ucraina di Kherson, la lite Italia-Francia sui migranti e la conferenza stampa della Meloni

Signor Macron legga qui, due chiapppe col Daspo e Kherson: quindi, oggi...

- Sul Superbonus addio alla quota del 110% e alle ristrutturazioni a sbafo dello Stato. Una cosa intelligente Meloni e Giorgetti l’hanno detta: non esistono “soldi pubblici”, esistono soldi dei contribuenti. E quindi è uno scandalo vedere 38 miliardi gettati in opere di miglioramento energetico di dubbio vantaggio. Bene la riduzione del valore al 90%, così gli inquilini staranno ben attenti al prezzo dei lavori. E ottimo anche il messaggio mandato sulla cessione del credito d’imposta: “È una possibilità, non un diritto”. Quindi costruttori e cittadini si facciano bene i calcoli per non restare con un pugno di mosche in mano. È ora di finirla con l'idea che "tanto paga Pantalone".

- Putin non andrà al G20, come aveva auspicato Mario Draghi a suo tempo. Certo non per merito di Supermario, ma la situazione in Ucraina avrebbe reso davvero difficile per Vladimir sedere al tavolo con gli altri 19 leader con cui diciamo non va d’amore e d’accordo. Vi immaginate lo Zar alla foto di gruppo?

- Mi sorprende un po’ sentire Claudio Descalzi, ad di Eni, dire che "le condizioni per ridurre i prezzi dell'energia non sono solo quelle di avere un price cap" poiché è necessario "diversificare le fonti di approvvigionamento". Come mai non l’ha spiegato bene anche a Draghi che ha intavolato sul price cap tutta la trattativa europea di questi mesi?

- Nella sua conferenza stampa odierna Giorgia Meloni lancia ramoscelli d’ulivo e missili terra aria verso la Francia di Macron. Da un lato prova a stemperare lo scontro, anche in vista dei dossier energetici ed economici. Dall’altra fa notare al signorino dell’Eliseo che la Ocean Viking è la prima, dicasi la prima nave Ong che approda in un porto francese dall’inizio della crisi migratoria. Parliamo ormai di quasi 10 anni. E ve volete pure lamentà?

- L'Ucraina riconquista Kherson, o meglio la Russia la lascia per arretrare al di là del fiume Dnipro. Si tratta senza dubbio di una svolta, come però lo era stato anche la conquista di Mariupol. La speranza, più che altro, è che la bandiera ucraina sul palazzo di Kherson permetta a Kiev di "accontentarsi" e che non sia una sconfitta troppo cocente per Mosca. Sarebbe un primo passo per provare a intavolare una trattativa. Che sarà lunga e comunque segnata da morte e distruzione.

- Primo colpo alla linea dura di Macron. Il Lussemburgo ha fatto sapere all'Ansa che non intende sospendere il meccanismo di solidarietà per la redistribuzione dei migranti, come invece auspicato ieri dalla Francia come ritorsione verso l'Italia. Uno a zero e palla al centro.

- Curioso dettaglio da Tolone. I migranti sbarcati dalla Ong non sono stati accolti a braccia aperte e coccolati come ci si sarebbe attesi da un paese che fino a cinque minuti prima ci forniva a voce lezioni di solidarietà. Tutt’altro. I richiedenti asilo sono stati messi in una “zona internazionale”, dunque formalmente non accettati in Francia, dove verranno espletate tutte le formalità di rito. E da dove alcuni di loro potrebbero essere subito presi e spediti altrove in giro per l’Ue.

- Emmanuel Macron, se mai un giorno leggerà questa rubrica, si trovi un traduttore e legga qui. Che noi a Ventimiglia ci siamo stati e ricordiamo benissimo il trattamento riservato a chi dall’Italia provava a raggiungere i parenti in Francia. Tutto si intravedeva in quelle zone, tranne che esplosioni di umanità: gente rinchiusa in un bunker, migranti fatti dormire a terra, niente cibo per ore. I pochi a cui era stato concesso l'ingresso allo stabile di frontiera di Mentone parlarono di "condizioni indegne". Capito?

- Le Figaro si cucina Macron e definisce le sue politiche migratorie “pasticciate”. Mi pare un’ottima analisi, dunque ve la ripropongo: “A forza di dire o fare una cosa e il suo contrario – si legge – l’esecutivo è caduto nella sua stessa trappola. Come si può accusare di razzismo un deputato del Rassemblement National che si opponeva nell’emiciclo all’arrivo dell’Ocean Viking sulle nostre coste, quando una settimana dopo Emmanuel Macron e Gérald Darmanin cercano con ogni mezzo di respingere quella stessa nave? E allo stesso modo, come si può essere intransigenti con l’esecuzione degli obblighi di lasciare il territorio, auspicando al tempo stesso la facilitazione nella distribuzione di permessi di soggiorno per aiutare i settori di attività in difficoltà? Tutto questo non assomiglia né alla fermezza, né all’umanità, ma piuttosto a una politica pasticciata".

- Un tifoso del Crotone domenica scorsa durante la partita di serie C è salito sulle recinzioni dello stadio, si è tirato giù i pantaloni e ha mostrato le chiappe alla tifoseria avversaria, composta anche di famiglie, donne e bambini. Pizzicato dalle autorità, è stato sottoposto a Daspo di cinque anni: 2,5 a chiappa.

- Per governare in Lombardia deve trovare un papa straniero. Per vincere nel Lazio necessita dell’accordo col M5S. Nella corsa al congresso fanno la voce grossa una sardina, Santori, ed Elly Schlein, che fino a ieri stava fuori dal partito. Sintesi: dalle parti del Pd stanno messi veramente male.

- Stimo Stefano Cappellini, però la sua domanda “Giorgia Meloni è in grado di fare il premier?” non ha senso. Vi spiego perché. La reazione francese al niet italiano alla Ocean Viking, se osservato con un tantino di obiettività, tradisce più il nervosismo francese che quello italiano. Macron non ha stravinto le ultime elezioni. È criticato pure in patria. E i francesi l’immigrazione non la vivono affatto come noi. Non a caso tutto questo casino avviene per una singola nave umanitaria, la prima da 10 anni a questa parte. Se il governo d’Oltralpe ha reagito in maniera così sbracata si può certo addossare un po’ di responsabilità alla Meloni, ma non è sempre tutta colpa del marito quando la moglie impazzisce per nulla e spacca i piatti in casa. Magari Emmanuel soffre di instabilità interna.

- La procura di Genova indaga i tre pm di Siena per le indagini su David Rossi di Mps. L’ipotesi, emersa dalla commissione parlamentare d’inchiesta, è che abbiano "manipolato e spostato” alcune prove sulla scena “del crimine” senza redigere “alcun verbale delle operazioni compiute". Vero? Falso? Boh, garantismo ci impone di attendere. E non andremo oltre.

- Il manichino di Giorgia Meloni appeso a testa in giù. Diciamolo chiaramente: se l’avessero fatto a Enrico Letta, oggi avremmo l’etere invaso da pezzi indignati per la violenza fascista e stupidaggini simili. Invece ad appiccare per i piedi il premier in carica sono stati i bravi ragazzi dei collettivi studenteschi bolognesi, quindi tutto sommato lo scandalo resta nell’alveo della ragazzata. Il motivo? I grandi giornali, e i suoi giornalisti, in questo Paese sono convinti che silenziare un “fascista” non sia reato. Ovviamente sono loro a decidere chi è “fascista” e chi no. E Meloni lo è, senza appello. Quindi tutto sommato che vuoi che sia un manichino appeso a testa in giù se raffigura un fascista?

- Alla fine dell’udienza, Totti e Hilary lasciano il Tribunale in auto. Lei a bordo di una fiammante Bmw, lui con una più contenuta Smart.

È evidente a questo punto che i Rolex li ha presi lei.

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