- C’è questa notizia passata per lo più inosservata sui media italiani intenti a dare credito a Saviano. In Germania il governo si sta organizzando per incamerare contanti in modo da tenere in piedi l’economia anche in caso di blackout per colpa del gas e della guerra in Ucraina. La Bundesbank, per intenderci, sta accumulando miliardi di euro extra per far fronte a un aumento della domanda in caso di possibili limitazioni ai prelievi. In pratica ai tedeschi piace a tal punto il contante che le autorità temono reazioni scomposte in caso di impossibilità a ritirarlo per colpa dei blackout. Per questo si stanno organizzando, anche con una distribuzione capillare della moneta nelle varie filiali. Il punto – tuttavia - non è tanto cosa sta facendo Berlino, ma il fatto che la Germania sia in una sorta di stato di pre-caos: non è detto che accada, ma le autorità sono pronte a far fronte a un eventuale stop all’energia. E non è roba da poco.
- Notizia fondamentale: alla Camera dei deputati sono stati rinnovati i vertici dello Juventus Club
- È enorme quanto emerge dal primo report elaborato dalla Cei sulle denunce di abusi da parte di preti, religiosi e laici nel biennio 2020-2021. Parliamo di 68 presunti abusatori, di cui gran parte chierici o religiosi. Una piaga che Santa Romana Chiesa deve riuscire a estirpare. Ma per sempre.
- Spero si tratti di una boutade, ma pare al mondo ci sia questa signora che si è sposata con una bambola di pezza, è convinta di averci fatto un figlio (pure lui di pezza) e di essere a un passo dal divorzio perché lui, la bambola, sarebbe andato a letto con un’altra donna. E poi mi vuoi dire che non sarebbe il caso di ripensare di riaprire i manicomi?
- Sul missile in Polonia dobbiamo dire due cossette, per amor di verità. La prima, è che sembra quasi che dalle parti di Kiev abbiano sperato che l’incidente spronasse la Nato a scendere davvero in campo per riconquistare i territori perduti. Secondo, che i giornalisti di mezzo mondo tutto sommato erano eccitati all’idea di vedere i caccia di Biden e Stoltenberg scendere in picchiata sul Donbass per aiutare Zelensky a riprenderla. Nessuno lo ammetterà, ma credo sia proprio così. Altrimenti non si capisce il titolo “Guerra in Europa” del Corriere dell’altra sera.
- Intanto si è persa ogni sorta di emergenza sul Price Cap. Ricordate? Meno di tre settimane fa senza tetto al prezzo del gas eravamo praticamente sull’orlo di una crisi di nervi, adesso invece tutto è incagliato a Bruxelles ma nessuno ne parla più. Pare che la Commissione voglia adottare un price cap “attivabile” e non fisso. Un “deterrente”, insomma, che dovrebbe scattare solo qualora “per un certo numero di settimane” la quotazione del gas al Ttf di Amsterdam dovesse superare il tesso fissato e qualora vi fosse una differenza rispetto al prezzo del gas a livello globale. Cosa significa? Primo, che ancora non hanno deciso né il tetto né il “certo numero di settimane” oltre cui il prezzo deve volare prima di far scattare lo strumento; secondo, che se il gas a livello mondiale salisse a livelli impensabili, il tetto non scatterebbe affatto ma saremmo costretti comunque a comprarlo a prezzi esorbitanti (pena, dice la Germania, il rischio che i fornitori lo vendano altrove); terzo, che si tratta di meno della metà di quello che Mario Draghi ci aveva promesso lasciando il suo ultimo vertice europeo. Sapevatelo.
- Oggi il Corriere, con un pezzo dell’ottimo Cremonesi, al cui lavoro sinceramente mi inchino, ci fa sapere che gli ucraini continuano a sostenere Zelensky. Nel pezzo è citato, senza alcun riferimento statistico, va detto, che “il 67% degli ucraini sostiene il governo” del presidente e che “il 72% continua a credere nella campagna militare”. Per correttezza però andrebbe anche detto che ad agosto, cito l’Ansa, il sostegno a Zelensky era al 91% e che addirittura il 98% degli ucraini credeva nella vittoria. Certo mesi di bombardamenti e blackout farebbero traballare chiunque, però per correttezza d’informazione bisognerebbe dire tutto. Ovvero che sì: gli ucraini in maggioranza sostengono Zelensky, ma una larga fetta di loro non lo apprezza poi più così tanto.
- Molto interessante quello che invece sostiene Kristina Berdynskykh, una cronista locale citata sempre da Cremonesi: “Non è Zelensky a guidare la nazione, lui è soltanto un interprete, il nostro portavoce. Se il presidente accettasse un compromesso, per esempio di cedere la Crimea a Putin in cambio della pace, gli ucraini non lo seguirebbero più, dovrebbero dimettersi”. Ecco spiegato quello che cercavamo di dire qualche giorno fa su questa rubrica: dopo aver promesso la riconquista totale, di fronte alle pressioni Usa per cercare la pace, Zelensky si trova in difficoltà. Qualora cedesse, verrebbe accusato da molti (non so da quanti) di tradimento delle promesse. Chiedetevi: è “libero” un politico così di cercare la pace?
- Lo ripeto per chi non l’avesse capito. Non metto in dubbio la regola di aggressore e aggredito. Però mi sorprende, e molto, che oggi Repubblica dedichi una intera pagina alle orripilanti torture russe a Kherson senza mai citare in un solo rigo che le Nazioni Unite hanno certificato che gli ucraini fanno lo stesso ai prigionieri di guerra russi. Lo stesso. Non lo dico per accusare Kiev, sia chiaro. Ma solo per parlare dello strabismo unidirezionale dei nostri inviati.
- Imperdibile, si fa per dire, intervista a ing. De Benedetti sulla sinistra. Lui, ricchissimo e con gli yacht, dice al Pd di sposare la battaglia contro le disuguaglianze e il cambiamento climatico. Lui. Capito?
- Rosy Bindi e Michela Murgia si incontrano e discettano sul Vangelo femminista e su Dio “queer”. Serve aggiungere altro?
- Bene fa Fiorello a difendere la Meloni, che poi è stata anche la tata di sua figlia: “Non si può polemizzare quando per anni si è detto che la mamma non deve fare per forza solo la mamma, non deve stare sempre a casa con i bambini. La mamma può lavorare al contempo. È quello che ha fatto Giorgia Meloni. Fa la madre e dice: ‘Io mia figlia la porto con me’”. Fine.
- Biden liquida Zelensky e il suo desiderio di dimostrare a tutti i costi che il missile caduto in Polonia era russo. “Questo non è ciò che dicono le evidenze”, ha risposto Joe. Il punto è questo: il razzo potrebbe anche averlo tirato Putin in persona, ma non è il caso di scatenare una guerra mondiale per una masseria polacca. Gli Usa lo sanno e agiscono di conseguenza.
- Peggio di Roberto Saviano che parla di se stesso c’è solo Concita De Gregorio che parla di Saviano che parla di se stesso. Purtroppo oggi Massimo Giannini ci ha regalato anche questo. Immagino la gioia pazza dei lettori de La Stampa.
- Domanda ai colleghi illuminati: perché "Meloni bastarda" sì e "Patata bollente" per Virginia Raggi invece no? In fondo, e lo dico a Saviano e De Gregorio, pure l'ex sindaco di Roma in quel momento rappresentava "il potere"...
- Ps: non è colpa di Meloni se la diffamazione prevede il carcere, ma della legge. Quindi è inutile strapparsi le vesti per Saviano che "rischia er gabbio" (non accadrà mai). Fossi in Giorgia, comunque, lo avrei citato in giudizio civile per risarcimento. E coi soldini ci avrei comprato un regalo a Ginevra.
- Non condivido manco un rigo della cultura del Qatar.
Ma ha ragione Hugo Lloris a non mettersi la fascia arcobaleno al braccio al Mondiale di calcio: “Quando diamo il benvenuto agli stranieri in Francia, vogliamo che seguano le nostre regole e rispettino la nostra cultura. Farò lo stesso quando andrò in Qatar”. Mi pare giusto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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