Era tutto pronto per le udienze: giudici, cancellieri, poliziotti, insomma una bella prova di efficienza della giustizia milanese che dimostrava di non fermarsi neanche il giorno di Santo Stefano (oltretutto, questanno, cadente di sabato). Peccato che mancassero proprio i destinatari di tutto questo apparato: gli imputati. Una falla nella catena di comando del palazzo di giustizia ha fatto sì che i due pubblici ministeri di turno a cavallo delle feste non fossero informati delliniziativa, o che lavviso si perdesse nel marasma che ogni giorno approda sulla scrivania dei pm. In ogni caso la conseguenza è stata che le udienze non si sono tenute, i fascicoli sono rimasti in Procura e una decina di arrestati in cella per altre ventiquattrore.
Si trattava delle cosiddette udienze di convalida: chi viene arrestato in flagrante dalle forze dellordine, allindomani di una notte in guardina di solito viene portato davanti a un giudice che ne convalida larresto e in genere (specie se il reato è lieve e limputato incensurato) ne ordina la liberazione.
In aula ci sono tutti. Tranne gli imputati
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