da Milano
Dopo un paio di giornate positive, Borse ancora giù in Europa e Stati Uniti. Lindice Dj Stoxx 600, che sintetizza landamento dei principali titoli europei, ha chiuso in ribasso dell1,6%. Il Dow Jones ha perso addirittura il 2,37% e il Nasdaq l1,97%. Il tema dominante ieri è stato quello dellautomobile. Emblematico il caso Fiat: mercoledì aveva guadagnato il 13% grazie ai buoni conti trimestrali e alle rassicurazioni dellamministratore delegato, ieri ha perso quasi il 5%, trascinata dallandamento negativo di tutto il settore, a livello mondiale. La tedesca Daimler (Mercedes) ieri ha annunciato una minore redditività a causa soprattutto degli alti costi, lamericana Ford perdite semestrali nette per 8,7 miliardi di dollari, e la francese Renault, pur avendo aumentato i margini operativi, ha annunciato un piano di tagli del personale fino a 5mila unità dovuto al rallentamento delle vendite, anche sul mercato cinese. In Borsa i titoli sono calati tra il 3,5% (Renault) e il 10% (Ford). Il settore in Europa ha perso il 35% dallinizio dellanno, a causa del rallentamento economico e degli alti prezzi delle materie prime, che fanno lievitare i costi di produzione; lacciaio è salito dell80% da gennaio. Stessa dinamica economica per tutto il settore industriale. In più si è aggiunto, per le società energetiche, il paradosso del petrolio: la discesa del prezzo del barile, 20 dollari nelle ultime due settimane, fa scendere le loro quotazioni. Ieri in Europa il settore ha perso il 2,5%.
Dopo il crollo record di Vodafone ed Ericsson martedì scorso, i titoli delle telecomunicazioni hanno avuto andamenti non omogenei (Vodafone ha recuperato il 3,6% in due giorni dopo lo scivolone del 13% di martedì, mentre Ericsson ha continuato la discesa). Ma anche questo settore sembra aver terminato il suo periodo doro. I grandi gruppi si stanno rendendo conto non solo del fatto che i margini sul traffico telefonico sono sempre più risicati, ma anche che il business non è anticiclico come sembrava: nel generalizzato calo dei consumi rallentano anche gli acquisti di cellulari.
DallAmerica stanno continuando a venire segnali deprimenti dalleconomia «reale» (la vendita di case esistenti a giugno è calata del 2,6%, ai minimi da dieci anni, mentre le richieste di sussidi di disoccupazioni sono balzate a 406mila, ben oltre le attese) che si vanno a sommare alla difficile situazione del credito.
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