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Alfa Romeo Giulietta Sprint: 70 anni di una regina

L'Alfa Romeo Giulietta Sprint nasceva nel 1954, scuotendo un successo esagerato, divenendo in breve tempo un vero sogno proibito per gli automobilisti italiani

Alfa Romeo Giulietta Sprint: 70 anni di una regina
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C'era una volta la "fidanzata d'Italia". Tutti la volevano e tutti la desideravano. Magari rossa e vivace come un fuoco che arde, come la passione più sfrenata. Quella che nel 1954 gli italiani scoprono per l'Alfa Romeo Giulietta, la vettura più dinamica e frizzante del palcoscenico, un'auto tecnicamente così geniale da lasciare di stucco per le prestazioni e per il coinvolgimento al volante. Una macchina da famiglia con il temperamento di un veicolo da corsa. Si può desiderare qualcosa di più? Al Portello pensano che per riempire la pancia di un Paese che cresce e va veloce come le proprie Alfa, c'è proprio bisogno di una filante e sensuale vettura con carrozzeria coupé. Il nome è un manifesto alle intenzioni: Alfa Romeo Giulietta Sprint. È tempo di correre.

Esordio prima della berlina

Contravvenendo alla consuetudine automobilistica, l'Alfa Romeo presenta al Salone di Torino del 1954 prima la coupé, poi ribattezzata Sprint, della berlina. Un po' insolito, non c'è che dire, ma c'è un motivo: il lancio della Giulietta berlina, la cui produzione era stata finanziata da una sottoscrizione pubblica di capitali legata a una lotteria nazionale che ne metteva in palio un esemplare, non poteva essere procrastinata a pena di una pesante ripercussione sulla credibilità e sul prestigio aziendali.

Alfa Romeo Giulietta Sprint

Per questo motivo, sul finire del 1953, l'Alfa Romeo capì che era il momento di svelare il modello coupé, decisamente più pronto, prima della canonica tre volumi. Questa versione sportiva nasceva per allacciare la grande tradizione del marchio milanese con il mondo delle competizioni e delle corse, dove da sempre aveva partecipato da assoluto protagonista. Dunque, sotto alla filante carrozzeria si sarebbe nascosta la moderna meccanica della Giulietta, e secondo i piani originari dell'Alfa Romeo, la Sprint avrebbe dovuto essere a tiratura limitata a cura delle più prestigiose carrozzerie milanesi. La storia andrà diversamente.

Una genesi complessa

Il prototipo della "Sprint" portava la firma di Giuseppe Scarnati, che aveva superato i test su strada con lode e bacio accademico. Il passo successivo era quello di donare alla piccola Alfa delle linee armoniche, sportive ed eleganti in egual misura. Un'impresa non facile da compiere con il ticchettio delle lancette da fronteggiare, senza considerare che, come vuole la tradizione, sulla propria strada avvennero dei fastidiosi contrattempi. Il primo, non di poca entità, era rappresentato dalla mancanza di disponibilità da parte delle rinomate carrozzerie Zagato e Touring a occuparsi del perfezionamento della silhouette della Giulietta, perché troppe impegnate a rispondere alla domande di altri modelli Alfa Romeo. All'appello rispose la Carrozzeria Boneschi che presentò una sua idea, ma risultò troppo rozza e americaneggiante. Inevitabile il cestinamento.

Alfa Romeo Giulietta Sprint

Il piano B del Biscione portò il progettista Rudolf Hruska a mettersi in contatto con la guardia torinese, chiedendo asilo a Mario Boano, responsabile della Ghia e di Nuccio Bertone. La risposta fu positiva, senza contare che alla truppa si aggiunse anche il brillante Giovanni Michelotti, in qualità di consulente Alfa Romeo per la valutazione delle soluzioni di stile proposte. All'opera di affinamento, principalmente svolta da Boano, lavorarono anche Franco Scaglione e persino un Giorgetto Giugiaro ancora in erba. La squadra al completo apportò una lunga serie di modifiche al "brutto anatroccolo" di Scarnati che, pur mantenendo l'originale impostazione dei volumi, divenne finalmente un cigno bellissimo. Non restava che lustrarsi gli occhi per l'ammirazione.

Alfa Romeo Giulietta Sprint

Come anticipato, la Giulietta Sprint fu presentata al Salone dell'automobile di Torino il 19 marzo 1954. Sotto ai riflettori della kermesse piemontese furono esposti due esemplari, uno di colore rosso e uno di colore azzurro, che avevano il portellone posteriore apribile, un'autentica innovazione per l'epoca. Quella scelta, fu poi abbandonata per la produzione in serie, perché si temevano infiltrazioni d'acqua, a causa della scarsa inclinazione della zona lunotto e della precaria tenuta delle guarnizioni di quel tempo. Originariamente l'Alfa pensava di costruirne 200 esemplari all'anno, ma appena terminato il Salone torinese, arrivarono 500 ordini. Andava rivista la pianificazione.

Spirito Alfa

Per essere un'Alfa che si rispettasse, le performance dovevano essere esuberanti. La Giulietta Sprint con motore 1.3 bialbero, grazie a un carburatore doppio corpo raggiungeva i 65 cavalli di potenza, cosa che le permetteva di toccare i 160 km/h di velocità massima. L'auto si distinse anche nelle gare, dalla Mille Miglia alla Targa Florio, alla Coppa Intereuropa, disputata presso l’autodromo di Monza. Il successo sportivo arrivò anche al di là dell'Oceano, quando la Giulietta Sprint di Bill Wuesthoff vinse in Canada nel 1956 sul tracciato di Harewood Acres.

Alfa Romeo Giulietta Sprint

Il fascino delle corse, unito a una linea accattivante e a un prezzo alto, ma non proibitivo, di 1.900.000 lire decretarono la sua popolarità. Giusto per fare un esempio, la sorella maggiore 1900 Super Sprint coupé Touring, commercializzata in parallelo costava la bellezza di 3.210.000 lire. Veniva venduta all'epoca solo in quattro colorazioni: rosso Alfa, blu tornado, bianco gardenia e azzurro Capri. Con le varie evoluzioni, la Giulietta Sprint durò sulla scena per undici anni con 24.084 esemplari venduti. Oggi, Alfa Romeo, per omaggiare il suo 70esimo anniversario ha creato un logo celebrativo che accompagnerà le varie manifestazioni del Biscione per tutto l'anno.

Buon compleanno fidanzata d'Italia.

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