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Le auto cinesi all'assalto dell'Europa: conosciamo quelle presenti in Italia

Le auto cinesi sfidano le europee per diventare leader mondiali, ci riusciranno? Intanto, vediamo come si stanno muovendo in Italia e dintorni

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La dichiarazione è stata perentoria, un vero e proprio guanto di sfida lanciato ai giganti europei delle quattro ruote: "Demolire le vecchie leggende europee e issare un marchio cinese davanti a tutti nel mondo". Queste sono le parole rilasciate tramite un video di ampia diffusione da parte di Wang Chuanfu, il presidente e fondatore di BYD noto marchio di auto cinese, che invita i suoi connazionali a unirsi per vincere la battaglia del mercato automotive e portare il Dragone a dominare un settore che, per tradizione, è ad appannaggio delle glorie del Vecchio Continente. La sfida è dunque aperta e, negli ultimi tempi, abbiamo potuto constatare con un certo vigore il proliferare di auto elettriche provenienti da Oriente anche nelle strade italiane. Chi fra queste potrebbe insidiare i brand europei? Quali sono le macchine cinesi a batteria che hanno scelto l'Italia come campo di battaglia? Vediamo.

La carica di BYD

Sono stati loro gli autori di questo inequivocabile invito a distruggere la vecchia industria dell'auto europea, i cinesi di BYD sono arrivati in tempi recenti anche in Italia. La diffusione non è ancora esplosa, ma è pronta a farlo. Il colosso asiatico dell'automotive ha studiato una serie di prodotti che si sposa pienamente con la filosofia nostrana, non a caso i primi modelli a toccare il suolo italiano sono stati il crossover Atto 3, la berlina compatta Dolphin e la filante Seal. Tutte quante promettono contenuti all'avanguardia, tecnologia di primo piano e un'autonomia rilevante a fronte di una spesa che dovrebbe aggirarsi su range inferiori a quelli previsti dalle competitors europee. Per fare un esempio, la Dolphin parte da 35.490 euro con un'autonomia di 427 chilometri. Potrebbe essere la scelta ideale per tantissimi italiani.

Aiways e i suoi SUV

Aiways è una realtà abbastanza recente nel panorama dell'automotive, ma si è già fatta strada, anche in Italia. Nel Bel Paese la sua presenza è costruita attorno al Gruppo Koelliker, che ha provveduto a importare i suoi SUV. Gli automobilisti italiani, alla ricerca di un modello a zero emissioni e ancora digiuni di mobilità elettrica, hanno potuto apprezzare sorpattutto la Aiways U5. Quest'auto è disponibile a 42.750 euro e conta su un'abitacolo molto spazioso e su un'autonomia di 410 chilometri, che fa gola a molti. Successivamente, è arrivata anche la Aiways U6 che altri non è che la versione coupé della U5. Ovviamente il suo look è più aggressivo e sportiveggiante.

Link & Co e il suo abbonamento

Non è difficile scorgere nelle tante città italiane il Lynk & Co 01, un SUV che si sta affermando grazie soprattutto alla sua formula intrigante di abbonamento. In questo caso parliamo di un'ibrida plug-in, non di un'elettrica al 100%, ma merita una menzione straordinaria per via della sua formula di noleggio, che può essere di un singolo mese (con un canone fisso e senza anticipo) o per tutta la vita. Dunque, per chi optasse per il formato che non prevede l'acquisto, il canone è di 550 euro al mese.

Nio, Xpeng e le altre cinesi

XPENG G9

Per vincere questa partita serve l'aiuto di tutti, quindi entro la fine del 2023 assisteremo allo sbarco in Europa e, di conseguenza, in Italia di una lunga serie di marchi di origine cinese. Uno di questi è Xpeng, già noto in Scandinavia, dove ha il suo fortino personale grazie al grande SUV elettrico chiamato G9, che nonostante una stazza ingente e una potenza di 550 CV garantisce 700 chilometri con un singolo pieno. Il suo obiettivo è quello di espandersi in sempre più mercati del Vecchio Continente anche con altre proposte. Nio, invece, è famoso in Cina perché sulle sue elettriche si possono cambiare le batterie in pochissimi minuti, grazie a una serie di stazioni specializzate in queste operazioni. Probabilmente, questa soluzione servirà a combattere anche la reticenza dei più scettici e di coloro che si preoccupano della longevità delle batterie, pronte a deteriorarsi come quelle di uno smartphone. Nio è già presente in Europa in Paesi come Danimarca, Germania, Olanda e Svezia, ma si vuole espandere come una macchia d'olio nel resto del Continente.

Intanto, le vecchie glorie resteranno a guardare? Attendiamo sviluppi di questa contesa che sembra epocale.

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