I punti chiave
Non è passata neanche una settimana dal particolare annuncio di Tesla riguardo alla riduzione dei listini di Model 3 e Model Y che anche i cinesi corrono ai ripari. Xpeng e Seres annunciano infatti dei considerevoli tagli ai propri listini, nell’ordine del 10/12% rispetto al prezzo di fine 2022. A riferire per primo della notizia ci pensa Reuters, riportando anche le cifre dei listini nazionali cinesi: Xpeng ha abbassato a circa 28.660 euro il prezzo della berlina elettrica P7 (del 12,5%) mentre per P5 e G3 si registrano sconti del 10 e 13%. Seres, l’altra grossa compagnia cinese, ha rivelato ieri una riduzione per tutti i suoi modelli di circa 4.200 euro.
E se i prezzi si abbassano…
Si era già pronunciato Carlos Tavares, il CEO di Stellantis, qualche settimana fa riguardo ad una probabile guerra dei prezzi con i costruttori di auto cinesi. I listini delle vetture elettriche del dragone sono, da sempre, inferiori ai modelli di pari segmento prodotti dalle aziende europee, pur includendo spese di trasporto, accise e dazi doganali. Il manager portoghese aveva già anticipato quanto sarebbe stato dannoso per l’economia europea stare al passo delle forti economie di scala messe in atto dai costruttori cinesi, in grado così di abbassare notevolmente i prezzi al consumatore finale.
Dopo l’inaspettata mossa di Tesla era quasi auspicabile che altri provassero a seguire i suoi passi. Al momento non si può ancora parlare di una vera e propria “guerra dei prezzi” ma l’azione non deve passare inosservata. Si capirà in maniera più chiara nei prossimi mesi, a seconda di quanti altri costruttori decideranno di seguire tale strategia ribassista. Una cosa è sicuramente certa: i costruttori europei, visto l’ancora acerbo mercato dell’auto elettrica, non possono in alcun modo permettersi di abbassare i listini.
L’Europa trema
Come anticipato anche da Tavares, una possibile riduzione dei prezzi di settore potrebbe comportare pesanti e pericolose ripercussioni su tutta l’industria, con conseguenti tagli del personale a cascata, dall’azienda stessa fino al rivenditore sul territorio.
C’è chi sta già ipotizzando delle mosse politiche dell’UE volte a salvaguardare l’insieme dei costruttori automotive del Vecchio Continente, non intenzionati a ritoccare in negativo i listini. Guardando invece alla Cina, non sembrano essere nuovi a queste politiche di prezzo così aggressive, data la grandissima concorrenza nel sempre più maturo mercato dell’auto elettrica.
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