
Cornice d’eccezione, il Gran Premio d’Italia a Monza, dove il rombo delle monoposto diventa il sottofondo ideale per raccontare l’ultima evoluzione tecnologica di Pirelli. È qui che il gruppo ha scelto di mettere i riflettori sul P Zero Trofeo RS, il semi-slick lanciato nel 2023 e oggi prodotto più sportivo della gamma stradale. Un pneumatico che nasce dall’esperienza in Formula 1 e la trasforma in valore industriale: ciò che viene sviluppato tra box e paddock diventa margine, posizionamento premium e desiderabilità per la strada.
Il P Zero Trofeo RS è progettato per massimizzare i tempi sul giro, ma al tempo stesso è omologato per l’uso quotidiano. Il cuore della sua promessa è la consistenza, quella capacità di garantire prestazioni costanti sessione dopo sessione, qualità che per gli utenti si traduce in affidabilità e per i costruttori in minore variabilità. È la stessa disciplina che la Formula 1 impone da anni ai fornitori unici: precisione, ripetibilità, standardizzazione.
"La F1 ci ha dato la possibilità di creare molta conoscenza: abbiamo telemetrie di tutte le vetture in gara. Con questi dati validiamo i nostri modelli e riduciamo tempi e prototipi fisici di sviluppo: è efficienza, ma anche sostenibilità", spiega Mario Isola, direttore Motorsport Pirelli. La sua è una visione industriale che parte dal cronometro ma arriva dritta al conto economico. “Su 13 kg di gomma teniamo una tolleranza di 100 grammi. Servono nuovi processi e controlli qualità, e test interni che stressano il pneumatico più della gara. Tutto questo poi si trasferisce sulle gomme stradali”, aggiunge.
Il Trofeo RS porta con sé grip e trazione sull’asciutto, stabilità in curva e frenata, ma soprattutto la costanza di rendimento che lo ha fatto primeggiare nella comparativa 2024 di AutoBild Sportscars. È già stato scelto da marchi come Pagani, Porsche, Lucid, Ford e Xiaomi come primo equipaggiamento per hypercar e supercar, rafforzando il suo ruolo di asset strategico non solo tecnico, ma anche commerciale.
Per Piero Misani, Chief Technology Officer del gruppo, il filo conduttore si chiama “Eco-Safety Design”. “Per noi la performance genera sicurezza. Un pneumatico che frena corto e va forte sul bagnato è anche più sicuro nell’uso quotidiano. E la sostenibilità non è in contrasto con questo obiettivo". Il concetto si lega al nuovo paradigma della virtualizzazione: “Non serve solo a essere più veloci: serve a capire meglio. Elimina il ‘trial and error’, migliora l’efficienza e alza la qualità”.
La Formula 1 rimane il laboratorio chiave, ma è anche un moltiplicatore di brand value. Negli ultimi anni, complice la strategia Liberty Media, il Circus ha attratto un pubblico più giovane e femminile. “Da quando Liberty ha cambiato la comunicazione della F1, il pubblico giovane è esploso. Con le Pirelli Hot Laps portiamo le persone in pista su supercar gommate Pirelli: trasformiamo la nostra competenza in un’esperienza diretta del prodotto”, sottolinea Isola. È un marketing esperienziale che completa il cerchio: la tecnologia che nasce in pista diventa prodotto, e il prodotto diventa esperienza.
Anche i riconoscimenti non mancano: oltre al successo del Trofeo RS nei test comparativi, l’ultimo P Zero stradale ha conquistato il Compasso d’Oro, premio che certifica come il design industriale di Pirelli sappia coniugare estetica, sostenibilità e sicurezza. “Un’etichetta tripla A su resistenza al rotolamento, rumore e bagnato è il miglior esempio di Eco-Safety Design in azione”, ricorda Misani.
A Monza, davanti agli occhi del mondo, Pirelli ha dunque ribadito la propria filosofia.
La pista è il laboratorio, il laboratorio diventa prodotto e il prodotto diventa esperienza. È questo ciclo virtuoso che consente al marchio milanese di restare leader nel segmento ultra-prestazionale, trasformando la velocità in valore e la “consistency” in leva di business.