Autonomi ospiti della Provincia An: «Così si offende l’istituzione»

Gianandrea Zagato

Paola Frassinetti la definisce «una vergogna». Sintesi del deputato di An che il capogruppo provinciale di Fi, Bruno Dapei, arricchisce con un soggetto: «Una giunta di vergogna». Motivo? «L’ospitalità che la giunta di sinistra offre a chi, l’11 marzo, ha terrorizzato un intero quartiere devastando e bruciando la sede di An e i negozi di corso Buenos Aires.
Già, stamani, alle undici e trenta, i genitori dei «prodi autonomi» saranno in conferenza stampa nella sala Pedenovi di Palazzo Isimbardi - mentre nell’adiacente sala Affreschi c’è il segretario ds Piero Fassino - per reclamare «alle Istituzioni e alla città di Milano di aiutarci ad ottenere il rispetto dell’innocenza e quindi del diritto alla libertà dei nostri figli fino a quando non vengano dimostrate le loro personali e individuali responsabilità» recita una nota diffusa dal comitato dei genitori. Appuntamento che, chiosa l’onorevole Frassinetti, è «offensivo pure perché si svolge in quella sala intitolata al consigliere provinciale del Movimento sociale barbaramente ucciso da terroristi di estrema sinistra». Sala che «la giunta di sinistra» mette a disposizione «per difendere chi ancora oggi fa della violenza il normale metodo di lotta politica». Dichiarazioni indignate che Filippo Penati «per competenza» gira al presidente del consiglio, Vincenzo Ortolina: infatti, «la sala Pedenovi è gestita dalla presidenza del consiglio provinciale e la valutazione delle iniziative da tenervi e la conseguente concessione della sala spetta quindi esclusivamente alla presidenza del consiglio provinciale stesso».
Commento di chi non può accettare di vedere confusa «giunta» col «consiglio» e, garantiscono dal suo staff, non solo per una questione organizzativa.

I fatti dell’11 marzo sono stati duramente condannati dal presidente della Provincia alla stregua di episodi delinquenziali e all’ingresso di via Vivaio, Penati, vorrebbe installare un monumento «alle vittime della violenza politica».

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