Avito II di Clermont

Come avevamo detto ieri occupandoci di s. Avito del Périgord, i santi di nome Avito sono otto, di cui sei francesi. Anche quello odierno è francese ma va, per giunta, distinto da un suo predecessore, pure lui vescovo di Clermont e santo. Quest’ultimo, s. Avito I, era vissuto nel secolo VI. L’Avito di oggi visse nel secolo successivo. Venne eletto nell’anno 676, succedendo a Preietto, che giusto in quell’anno era stato massacrato, non sappiamo da chi e perché (sappiamo solo che Preietto fu in seguito canonizzato e venerato come martire). Il santo di oggi ebbe un santo anche come successore, s. Bonito (già vescovo di Marsiglia e suo fratello). Avito II, dunque. Apparteneva a una nobile famiglia di rango senatorio e aveva ricevuto un’ottima educazione sia letteraria che religiosa. Fu lui a far costruire una tomba degna per il suo predecessore a Volvic. In questo stesso luogo fondò un monastero maschile e dicono le fonti che ci trasferì le reliquie di s. Austremonio. A quel tempo il regno dei franchi era governato di fatto dal maestro di palazzo Pipino d’Héristal, che stimava moltissimo il nuovo vescovo di Clermont. Il potente primo ministro prese Avito II sotto la sua personale protezione. Il santo di oggi resse la diocesi di Clermont per circa quindici anni e, abbastanza stranamente, godette del pieno favore del suo clero.

Sì, abbiamo detto «stranamente» perché, a quei tempi, dipendere da un vescovo santo significava anche subire un vescovo severo e intransigente sulla disciplina. Spesso ciò causava, nella migliore delle ipotesi, malumori. Il santo morì nel 689.

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