Colonnine elettriche e idrogeno verde, sull'autostrada del Brennero il futuro è adesso

Appena fuori dalla stazione autostradale di Bolzano sud sorge il primo, ad oggi ancora unico, centro di produzione e distribuzione di idrogeno verde d’Italia realizzato nel 2014. Nei prossimi anni è prevista la creazione di otto centri di distribuzione, quattro dei quali saranno anche centri di produzione

Il Centro H2 a Bolzano
Il Centro H2 a Bolzano
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Quando pensiamo ad un’autostrada, probabilmente ci vengono in mente le vacanze al mare, o un viaggio particolarmente bello della nostra vita. Un’altra associazione che ci verrà piuttosto facile è quella con l’inquinamento ed il rumore. Ma è proprio così? Siamo sicuri che la colpa sia delle autostrade? In realtà, ad inquinare e a generare rumore non sono né le strade né le autostrade, ma i veicoli che le percorrono. Un dettaglio? Non proprio, perché la possibilità di cambiare radicalmente il concetto stesso di strada non è più qualcosa che si può leggere nei libri di fantascienza. Al contrario, è qualcosa che è già realtà e che nei prossimi anni passerà dall’essere un fenomeno di nicchia ad essere un fenomeno di massa. Parliamo dei veicoli elettrici, a batteria e ad idrogeno: veicoli ad emissioni zero, con livelli di rumorosità incomparabilmente più bassi rispetto al più sofisticato dei motori a scoppio.

“Non sta a noi imporre la scelta di un veicolo piuttosto che dell’altro, ma possiamo mettere a disposizione della clientela – osserva l’Amministratore Delegato di Autobrennero Diego Cattoni – una puntuale rete di stazioni di ricarica elettrica cui, al momento solo in Italia, aggiungiamo i centri di ricarica ad idrogeno verde. Sarà - prosegue – un vettore di energia di grande interesse per il trasporto pesante come alternativa ai carburanti fossili. Con l’attuale tecnologia, è impensabile immaginare di utilizzare le batterie sui mezzi pesanti a causa del loro peso, dell’autonomia limitata e dei lunghi tempi di ricarica”.

Diego Cattoni, Amministratore Delegato di Autostrada del Brennero
Diego Cattoni, Amministratore Delegato di Autostrada del Brennero

Tutte le principali case automobilistiche del mondo hanno già dichiarato che nei prossimi anni smetteranno di produrre veicoli allestiti con i tradizionali motori termici per orientarsi sui veicoli elettrici. Al momento, l’opzione dominante è quella della batteria, ma soprattutto nel settore dei mezzi pesanti si sta pensando di usare l’idrogeno come vettore energetico in grado di alimentare i potenti motori elettrici necessari a muovere le motrici dei tir.

E Autostrada del Brennero? Cosa c’entra una concessionaria autostradale nelle scelte dei costruttori di automezzi? In effetti, Autobrennero potrebbe limitarsi a fare da spettatrice, ma aspettare passivamente il corso degli eventi non fa parte né della sua storia, né del mandato dei suoi soci, che per altro sono in gran parte i territori interessati a ridurre il più possibile l’inquinamento. Quindi? Quindi Autostrada del Brennero si è già mossa ormai da molti anni per fare in modo che lo storico passaggio dai motori termici ai motori elettrici possa avvenire rapidamente e senza disagi. Innanzitutto, ha già realizzato una rete capillare di colonnine di ricarica che viene costantemente implementata avendo cura di passare a colonnine sempre più potenti e in grado di abbattere i tempi di attesa, attualmente uno dei punti deboli dei veicoli a batteria.

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Colonnine (Foto Marco Parisi)

Ma Autostrada del Brennero è andata anche oltre: appena fuori dalla stazione autostradale di Bolzano sud, sorge il primo e ad oggi ancora unico centro di produzione e distribuzione di idrogeno verde d’Italia. Realizzato già nel 2014, ha permesso di percorrere oltre 3 milioni di chilometri emettendo solo vapore acqueo.

Il Consiglio di Amministrazione di Autostrada del Brennero ha deliberato la realizzazione di altri quattro centri di distribuzione, che saranno seguiti nei prossimi anni da altri quattro ancora, per un totale di nove punti, cinque dei quali saranno anche centri di produzione. Senza una rete di rifornimento adeguata, infatti, non sarà possibile sviluppare un mercato per i veicoli a idrogeno.

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