Stellantis, perdite per 2,3 miliardi. Primi effetti dazi: -300 milioni

Il gruppo guidato dal ceo Antonio Filosa ha registrato ricavi preliminari in calo pari a 74,3 miliardi nel secondo trimestre 2025. Il titolo in Borsa viaggia in territorio negativo

Stellantis, perdite per 2,3 miliardi. Primi effetti dazi: -300 milioni
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Non era un mistero che il nuovo corso di Stellantis con al volante il ceo Antonio Filosa, la cui nomina è stata votata dal 99% dei soci alla recente assemblea svoltasi ad Amsterdam, partisse in salita. Quella lasciata da Carlos Tavares è senza dubbio un’eredità molto pesante. Il gruppo, nei primi sei mesi dell'anno, ha registrato ricavi preliminari pari a 74,3 miliardi e spedizioni in calo del 6% nel secondo trimestre 2025, nonostante la crescita in alcune regioni. Giù del 6%, a 1,4 milioni di unità, ma nel secondo trimestre, le consegne.

È quanto emerge dai dati preliminari per il periodo gennaio-giugno pubblicati dalla società: utile operativo adjusted di 0,5 miliardi, cash flow delle attività industriali negativo per 2,3 miliardi e free cash flow industriale negativo per 3 miliardi. La guidance finanziaria è stata sospesa il 30 aprile scorso. Il 29 luglio prossimo saranno resi noti i risultati finanziari del primo semestre e in tale data è in programma la prima conference call da parte del ceo Filosa insieme al cfo Doug Ostermann. Appuntamento dal quale il mercato si aspetta anche indicazioni sulla tabella di marcia per il rilancio del gruppo. Il tempo è ridotto e soprattutto l’Italia necessita di chiarezza sul futuro immediato dei propri impianti e dei nuovi modelli previsti.

Tornando ai numeri, scontata la reazione di Piazza Affari: oggi all’avvio delle contrattazioni il titolo ha segnato un calo del 2,97% a 7,69 euro. I primi effetti dei dazi statunitensi sui conti di Stellantis, tariffe doganali che hanno tra l’altro costretto a fermare, a Pomigliano d’Arco, la produzione del Suv Dodge Hornet, il “gemello” di Alfa Romeo Tonale destinato agli Usa, sono stati pari a 300 milioni di euro.

Nel secondo trimestre le consegne nella regione Europa Allargata sono calate del 6% a 722.000 unità e quelle in Nord America del 25% a 322.000, “a causa di diversi fattori - spiega una nota - che includono la riduzione della produzione e delle spedizioni di veicoli importati, maggiormente colpiti dai dazi e delle minori vendite alle flotte aziendali”. Sempre negative, poi, le consegne di Maserati, marchio italiano (ma non è il solo) che ha urgente bisogno di una terapia ultra vitaminizzate: tra aprile e giugno le unità del Tridente consegnate sono state appena 2.500, il 22% in meno rispetto allo stesso periodo del 2024.

In Nord America, il mercato più importante per Stellantis, le vendite totali sono diminuite del 10% rispetto all’anno precedente, con quelle al dettaglio relativamente stabili e con i due marchi più importanti della regione, Jeep e Ram, che hanno registrato complessivamente un aumento del 13%.

Per quanto riguarda la regione Europa Allargata, diretta da Jean-Philippe Imparato, i veicoli del segmento B con piattaforma “Smart Car”, quella della nuova Fiat Grande Panda prodotta in Serbia e che arriverà anche in Marocco, continuano la salita verso i loro livelli di produzione. I confronti con l’anno precedente sono influenzati dalla pausa della Fiat 500 con motore a combustione interna, in attesa del lancio, il prossimo novembre, della mild-hybrid prodotta a Mirafiori.

Le consegne delle quattro Smart Car (Citroen C3 e C3 Aircross, Opel/Vauxhall Frontera e Fiat Grande Panda) sono aumentate del 45% su base progressiva nel secondo trimestre, ovvero di 25.000 unità, rispetto al primo trimestre dello stesso anno.

Nel secondo trimestre, guardando alle altre regioni, le consegne sono cresciute complessivamente di 71.000 unità, pari a un aumento del 22% su base annua, grazie soprattutto al +30% in Medio Oriente e Africa (a 125.

000 unità), in virtù della crescita dei volumi in Turchia e agli sviluppi positivi in Egitto, Algeria e Marocco. In America Latina, infine, Stellantis (+20% a 260mila unità) continua a detenere la leadership, beneficiando della crescita del settore, soprattutto in Argentina e Brasile.

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