L’industria dell’auto, a modo suo, potrebbe saldare le varie anime europee, quello che la politica non è ancora riuscita a fare. Francia, Italia e Germania, con i rispettivi big - Renault, Stellantis e Volkswagen - potrebbero infatti imboccare la strada che ha portato alla nascita del colosso degli aerei Airbus. In pratica, un accordo storico per contrastare l’avanzata dei concorrenti cinesi, ma anche dell’americana Tesla. Un fronte unico, dunque, per essere realmente competitivi, grazie alla condivisione degli enormi costi di produzione delle auto elettriche a basso costo e beneficiando di una scala più ampia.
A ipotizzare l’operazione, che sarebbe già all’attenzione dei vertici di Stellantis e Volkswagen, è Luca De Meo, numero uno di Renault. È Bloomberg a riportare il suo pensiero: «Volkswagen, Renault e Stellantis stanno pensando all’impensabile, esplorando legami per produrre veicoli elettrici più economici e respingere le minacce esistenziali derivanti dall’avanzata dei rivali cinesi e di Tesla, che espongono le debolezze competitive delle più grandi Case auto europee del mercato di massa». Ecco, allora, spuntare un’alleanza simile a quella che ha generato Airbus, unendo risorse in Germania, Francia, Spagna e Regno Unito, allo scopo di contrapporsi all’americana Boeing.
Al di là che un progetto del genere richiede unità di vedute e una strategia industriale che non risulti penalizzante per i singoli gruppi e le rispettive basi produttive, è evidente anche una certa discordanza. Da una parte, si cerca di collaborare con i concorrenti cinesi, creando joint venture e invitandoli anche a produrre in Europa (Stellantis con LeapMotor), dall’altra si lavora per creare un colosso che ha l’obiettivo di battere i rivali di Pechino, padroni tra l’altro delle materie prime per le batterie dei veicoli elettrici, giocando proprio sui loro punti di forza: economie di scala, costi ridotti e accessibilità dei prodotti. È stato lo stesso De Meo, nei giorni scorsi, a ribadire la necessità di «stringere accordi con attori cinesi». Tutto questo mentre è in corso l’indagine anti-sussidi della Commissione Ue sulle importazioni di veicoli elettrici dalla Cina. Intanto, sulla possibilità che Stellantis porti a Mirafiori la produzione di auto elettriche del partner LeapMotor, c’è chi, tra i sindacati, nutre perplessità. Rocco Palombella (Uilm), in attesa che Stellantis chiarisca il futuro di Mirafiori e Pomigliano, afferma che «non abbiamo bisogno di auto cinesi in Italia, ma di valorizzare i nostri siti e marchi». «Ok, invece, i cinesi se aumentano produzione e occupazione a Mirafiori», ribatte Roberto Benaglia (Fim), riferendosi a quello che nei piani di Stellantis deve diventare un polo per la mobilità sostenibile entro il 2038.
Infine, i dati sulle vendite di auto in Europa a gennaio (+11,5%).
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