La banca compra un Guarneri del Gesù

È un pezzo unico. In primo luogo perché è un Guarneri del Gesù, datato 1737. E poi perché fu il fedele compagno per ben cinquant’anni del celebre violinista Isaac Stern. Dopo dieci anni di silenzio – interrotto solo da due registrazioni – il violino tornerà a calcare le scene di tutto il mondo. Ma la sua casa sarà a Lugano.
È stato, difatti, acquistato dalla Bsi, la più antica banca del Canton Ticino, controllata dal Gruppo Assicurazioni Generali, che lo ha messo a disposizione di Reneaud Capuçon. Il violinista francese, 29 anni - ha lavorato con Thomas Brandis a Berlino, con Isaac Stern e con il maestro Claudio Abbado che lo ha nominato dal 1998 al 2000 primo violino della Gustav Mahler Jugendorchester - avrà il compito di portare in giro per il mondo il prezioso strumento, che da trecento anni continua a incantare con la sua «sonorità dolce, ricca, più maschile di quella degli Stradivari». Così l’ha definita lo stesso Capuçon, noto in Ticino per aver suonato nell’ambito del festival, promosso dalla pianista Martha Argerich.
La storia dello strumento inizia nella Cremona del Settecento. È uno dei 150-200 violini realizzati dal liutaio Guarneri del Gesù, più rari sul mercato degli Stradivari, che sono oltre un migliaio. Nel 1847 fu venduto da Jean Baptiste Vuillame al Visconte de Panette per 3.200 franchi francesi. Nel 1929 la Rudolph Wurlitzer Company di New York vendette il violino, valutato 100mila dollari, al collezionista Ralph H. Norton di Chicago, che nel 1947 lo cedette a Isaac Stern. Nei successivi cinquant’anni il celebre violinista ha eseguito con lo strumento la maggior parte delle sue incisioni.
Il Guarneri del Gesù è anche stato protagonista del documentario sulla visita del violinista in Cina “From Mao to Mozart: Isaac Stern in China”, vincitore dell’Oscar nel 1981. Nel 1994, poi, è passato nelle mani di un collezionista americano, il matematico e musicista David L. Fulton. Questi, per motivi successori, ha deciso di vendere una parte della collezione: in seguito a una trattativa privata, ha, quindi, ceduto il violino alla Bsi.
Il costo della transazione rimane top secret. È certo, comunque, che il suo valore è inestimabile. «È un investimento in qualcosa in cui crediamo. Perché proprio un violino? Perché è l’espressione più alta di arte e scienza», dice Alfredo Gysi, presidente della direzione generale gruppo bancario Bsi, istituto che ha scelto da qualche anno di impegnarsi nella promozione di eventi musicali come il Progetto Martha Argerich, il festival che si tiene in estate a Lugano, e nell’assegnazione di Borse di studio per giovani musicisti.
Il violino è giunto dagli Stati Uniti in Svizzera in ottime condizioni: si è conservato perfettamente nel corso dei secoli. «Dal 1700 – afferma il liutaio Pierre Barthel – ha subito pochissime modifiche. Sono stati effettuati solo degli interventi sulla vernice. La cassa armonica non è quasi mai stata toccata. Anche per questo è un pezzo eccezionale».

Un capolavoro di liuteria che ora ritorna alla musica. «Stern mi aveva scritto una lettera in cui mi augurava di riuscire a suonare un giorno un grande strumento – racconta Capuçon -. Il caso ha voluto che adesso avrò a disposizione proprio il suo violino».

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