Unicredit-Bpm, l’avvertimento della Ue

La Dg Comp scrive al governo: "Il decreto sul Golden Power può violare le regole" +5,1%

Unicredit-Bpm, l’avvertimento della Ue
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L’imminente arrivo della lettera della Dg Competition era già trapelato, ieri però la missiva è stata effettivamente recapitata all’Italia in merito al decreto Golden Power sull’Offerta pubblica di scambio di Unicredit su Banco Bpm. Secondo Bruxelles, ci sarebbero dubbi sul fatto che il Dpcm emanato dalla presidenza del Consiglio lo scorso 18 aprile «soddisfi effettivamente le condizioni stabilite nell’articolo 21 del regolamento Ue» sulle concentrazioni. A spiegare meglio il punto della Ue, in conferenza stampa, è stato il portavoce della Commissione Thomas Regnier, il quale ha specificato che tale regolamento «stabilisce in casi specifici che gli Stati membri hanno la capacità e la facoltà di imporre determinatecondizioni», per esempio, «quando lo Stato ha un interesse legittimo» o quando «una fusione presenta un potenziale rischioper la sicurezza pubblica».
Su questo punto ha insistito molto anche il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, con il governo che ha imposto diverse misure tra le quali l’addio alla Russia (Paese sotto sanzioni internazionali) entro 9 mesi da parte di Unicredit. Prescrizione, quest’ultima, non a caso ritenuta legittima insieme al mantenimento dell’esposizione ai titoli italiani dalla sentenza del Tar, il quale ha obiettato unicamente sulle tempistiche delle prescrizioni sul mantenimento per 5 anni del rapporto tra depositi e prestiti e del portafoglio di project financing.
Tuttavia, Bruxelles ha obiettato di avere dubbi sul fatto che il decreto sia «compatibile con il diritto Ue» e ora attende i rilievi e le considerazioni italiane prima di prendere una decisione sulla misura che sarebbe immediatamente effettiva. Secondo quanto raccolto da Il Giornale, il governo (che ha già annunciato in una nota di voler fornire tutti i chiarimenti richiesti dall’Unione europea «con spirito collaborativo» così come «già fatto dinanzi dal Tar») risponderà all’Europa entro 20 giorni. In ogni caso non dopo che il periodo di adesione dell’Ops di Unicredit venga a conclusione il prossimo 23 luglio. Adesioni che, tra l’altro, rimangono al palo (appena lo 0,14% ha conferito le azioni) e uno sconto sull’offerta salito al 9% con il titolo di Unicredit ieri salito dello 0,5% a 58,2 euro e quello di Bpm cresciuto del 5,1% a 10,54 euro. In questi giorni dovrebbe essere convocato un cda dell’istituto guidato da Andrea Orcel, che ora dovrà decidere il da farsi e valutare anche un’eventuale rilancio dell’offerta. Un vero azzardo, dal momento che non è possibiIl balzo in Borsa del titolo di Banco Bpm, con la possibilità di un rilancio da parte di Unicredit le prevedere in alcun modo la piega della situazione e al momento lo scoglio dell’addio alla Russia sembra quasi insormontabile. Sempre secondo fonti vicine alla Commissione, il verdetto della Dg Competition può mutare non solo in funzione delle risposte italiane ma anche da quale sarà la reazione del governo alla sentenza del Tar.
Infatti, qualora la decisione fosse quella di riscrivere o ritirare il decreto, allora questo fatto potrebbe influire sulla decisione finale della Dg Comp che a quanto pare obietta anche sul fatto che l’Italia possa imporre delle restrizioni alla fusione Unicredit-Bpm in quanto di sua competenza. Il rischio è che si possa aprire una battaglia legale a livello europeo.
Intanto, infuria il dibattito politico con il governo che conferma di avere due anime distinte sulla questione.


Da una parte, infatti, il leader della Lega Matteo Salvini ha reagito con durezza alla notizia della missiva Ue accusando Bruxelles di «rompere le scatole» al governo italiano sulle banche quando dovrebbe occuparsi di trattare sui dazi con gli Usa.
Il leader di Forza Italia, Antonio Tajani, invece gli ha ribattuto affermando che il dossier Unicredit-Banco Bpm «è di competenza dell'Unione europea» e che «l’Ue si occupa di ciò di cui si deve occupare».

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