Ha trovato il coraggio di denunciare i suoi aguzzini una 17enne romena che ha permesso di sgominare una banda di albanesi e di suoi connazionali dediti allo sfruttamento della prostituzione. Una denuncia che ha portato in carcere complessivamente 11 persone con diverse basi logistiche in appartamenti.
Le vittime, circa venti di cui quattro minorenni, erano costrette a prostituirsi lungo le statali che collegano il capoluogo lombardo a Bergamo e Como. Loperazione degli investigatori della seconda sezione della squadra mobile, iniziata nel gennaio scorso, ha permesso di disarticolare lorganizzazione criminale. A finire in manette sono stati, nei giorni scorsi, sette albanesi di cui due ai vertici della banda: Altin Nikolla detto Tuf e Eduart Doci, rispettivamente di 31 e 29 anni.
Sono stati arrestati anche quattro romeni con il compito di reclutare le giovani prostitute prevalentemente romene e moldave. In manette anche unex vittima della banda, Alina Ramona Tepes di 24 anni, che si occupava di controllare le giovani prostitute e impedirne la fuga. Unorganizzazione criminale definita dagli investigatori «particolarmente aggressiva e mobile sul territorio». Diversi gli appartamenti a disposizione dellorganizzazione, una dozzina le auto, anche di grossa cilindrata, utilizzate per spostarsi.
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