Barilla «apre» all’ingresso dei fondi La coppia Apax e TA in Weather-Wind

da Milano

Fondi di private equity più in forma che mai. Uno dei nomi storici del made in Italy, la Barilla, potrebbe presto aprire il proprio capitale ad investitori istituzionali. Mentre già questo fine settimana Weather, la holding che controlla la società di tlc Wind, vedrà il 15 per cento del suo capitale passare di mano. Ma andiamo per ordine.
Il gruppo alimentare di Parma sta ancora pagando l’acquisizione in terra tedesca di Kamps, che non si è rivelata profittevole come pensato. Il colosso della pasta, guidato dai tre fratelli Guido, Paolo e Luca, ha in queste ultime settimane deciso di mettere in vendita altri due marchi storici: Le Tre Marie e i gelati Sanson. Ma la novità più importante è l’apertura, come si diceva, del capitale a terzi. Diversi i fondi interessati per quello che è un gioiello del made in Italy, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. Blackstone è pronto a trattare, anche in esclusiva, per rilevare una quota importante, il 30 per cento, del gruppo. Alla finestra altri colossi del private equity, come Permira, sempre molto attenti al made in Italy. Tra pochi giorni ci sarà un consiglio di amministrazione di Barilla, in cui però non si dovrebbe arrivare a una decisione. Una parte della famiglia non sarebbe, infatti, dell’avviso di cedere quote del capitale.
Più definita, invece, la questione Wind. La società di telecomunicazioni è controllata al 100 per cento da una holding, Weather, che fa capo al finanziere Naguib Sawiris, e che controlla anche Wind Hellas e il 50,01 per cento dell’egiziana Orascom. Entro questo fine settimana il 15 per cento circa di Weather dovrebbe finire nelle mani di una coppia di fondi di investimento: Apax partners e l’americano Ta Associates. La transazione dovrebbe essere di un importo pari a 1,2 miliardi di dollari. La forma tecnica, a cui stanno lavorando i consulenti, è quella di preferred shares o di un’obbligazione convertibile.
Proprio ieri Orascom Telecom ha lanciato un nuovo buy-back dopo il successo della prima offerta di riacquisto di azioni proprie. L’operatore telefonico egiziano precisa che il controvalore dell’operazione sarà di circa 186 milioni di dollari.

Il buy-back va a finanziare il pagamento di circa 1 miliardo di euro, derivante dall’acquisizione di Wind, che Sawiris deve ancora all’Enel. E che dovranno essere rimborsati a metà giugno.
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