Bassetti: «Macché trash cita i B-movie anni ’70»

I reality restano leader, ma il successo dipende dalla loro collocazione in palinsesto

Maurizio Caverzan

da Milano

In controtendenza rispetto alla crisi di quasi tutti i reality show. Resistente (14,8 per cento) contro colossi come la fiction di Raiuno su Falcone e l’ultima puntata de L’Onore e il rispetto di Canale 5. Sdoganato da un saggetto di Edmondo Berselli in prima pagina su Repubblica. È il profilo de La Pupa e il Secchione, in onda su Italia Uno e prodotto dalla Endemol di Paolo Bassetti.
Se l’aspettava, con la crisi dei reality in atto?
«Mi sembra che anche in questa stagione i reality siano leader negli ascolti. Mi riferisco a programmi come La Pupa e il Secchione, C'è posta per te, Ballando con le stelle. Il nostro show lunedì sera ha mantenuto ottimi ascolti nonostante la forte controprogrammazione. Inoltre, come ho già detto più volte, credo che ormai non esistano più programmi che riescono ad attirare platee molto vaste. La sorte dei programmi dipende molto dalla sua collocazione in palinsesto e da come vengono controprogrammati».
L'articolo di Berselli dell'altro giorno ha un po' sdoganato il programma che sembrava prigioniero del trash, del luogo comune che la bella ragazza dev'essere per forza oca e ignorante...
«Fare un reality con persone sconosciute in un periodo in cui ce ne sono in onda, contemporaneamente tre con i vip non è semplice. Perciò abbiamo scelto delle persone molto eccentriche, che appartengono a due mondi diversi. Fare oggi un reality con persone sconosciute è difficile se queste non vengono inserite in un contesto di marchio forte come quello del Grande Fratello».
Diciamo che vi è riuscita una buona torta, se mi passa la metafora gastronomica. La ricetta è 30 per cento di goliardia da liceo, 30 per cento di erotismo pop, 30 per cento di trash?
«Più che di trash parlerei di un'assonanza con i B-movie. Quei film, dopo anni di critiche, sono stati ultimamente rivalutati tanto da conoscere una nuova vita. Magari, La Pupa e il Secchione, soprattutto in tarda serata, può essere sopra le righe ma bisogna tenere conto che con questo programma dobbiamo coprire la prima, la seconda e la terza serata. Vorrei ricordare che la prima e seconda edizione del Grande Fratello, padre di tutti i reality, ottenevano ascolti eccellenti terminando alle 23.15 senza mai cadere nel trash».
Gli eccessi sono causati dall’allungarsi nella notte del programma. Però c’è anche molta ironia, la capacità di non prendersi sul serio dei due conduttori...
«Federica ed Enrico sono tra loro complementari e bravissimi. Lo stesso programma è un mix tra reality e comedy, due generi che hanno dimostrato di convivere e funzionare bene insieme, così come accade anche per i due mondi dei ragazzi che a prima vista sembrano inconciliabili, visto che uno è fatto di letture e matematica e l'altro di shopping e bellezza».
Avete tolto o aggiunto qualcosa dal format originale Beauty and the Geek?
«Abbiamo aggiunto. Nella versione originale del programma ideato da Ashton Kutcher non esiste lo studio.

I nostri autori, insieme ad Italia Uno, hanno fatto un gran lavoro e dato un'impronta determinante utilizzando un linguaggio e situazioni ironiche che spesso ricordano il cartoon e che il pubblico ha gradito».
I costi come sono?
«In linea con quelli di una rete come Italia Uno per programmi di questo genere».

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