La bellezza è una questione di naso, da Cleopatra a Cyrano

“Avere naso” è buona cosa, ma se il fiuto è prodotto da un’ingombrante nappa c’è chi ne farebbe a meno, preferendo un profilo più aggraziato. Perché ammettiamolo, se Cleopatra avesse avuto un naso meno seduttivo né Cesare né Marcantonio si sarebbero innamorati di lei e forse la storia dell’Impero Romano avrebbe avuto un epilogo diverso.
Madre natura fa scherzi buffi, si diverte a piazzare su visi tondi nasi a patata, su quelli lunghi proboscidi o punte a uncino. Combina pasticci somatici, ma poi sa stupirci con vere e proprie opere d’arte. Ci pensa il chirurgo a risollevare punte cadenti, accorciare “autostrade” e ridare armonia a profili imbarazzanti. Rifarsi il naso è sempre più di moda, una tendenza in evoluzione.
Sono soprattutto le straniere a sottoporsi al bisturi per disfarsi di quel tratto che le identifica per etnia e provenienza, ma anche le adolescenti incapaci di accettare piccole imperfezioni che col passare del tempo potrebbero trasformarsi in vezzi ed espressioni di personalità. C’è da dire che tra i giovanissimi le richieste dei maschi di ritoccare il naso superano quelle delle coetanee per il seno. Le nuove tecniche di chirurgia plastica e le alternative, meno invasive con l’impiego di filler e botulino sono trattate nella tre giorni in programma a Bergamo, da oggi, giovedì 11 marzo, a sabato 13.
Al Centro Congressi Papa Giovanni XXIII si terrà il più grande simposio europeo (Second Bergamo Biennial Open Rhinoplasty Course) dedicato alla rinosettoplastica, cioè alla tecnica per operare il naso a cielo aperto, sotto completa visione e controllo. In Italia, come negli Stati Uniti, nel 2009 si è registrato un calo degli interventi di chirurgia estetica a causa della crisi economica, ma gli stessi interventi sono aumentati del 12% nelle minoranze etniche, soprattutto asiatici, afroamericani e ispanici.
A richiedere aiuto allo specialista anche anziani costretti a fare i conti con narici allargate e cadute di punta. Operazioni delicate a causa delle ossa più fragili e cute più spessa, conseguenti all’invecchiamento. Organizzatore del summit orobico, con la partecipazione di illustri professori di fama internazionale, il dottor Enrico Robotti, direttore dell’Unità Operativa di Chirurgia plastica degli Ospedali Riuniti di Bergamo, insieme al dottor Riccardo Mazzola, docente dell’università degli studi di Milano.
Addio nasino alla francese, stretto, con la punta un po’ pinzata e all’insù. Il naso del nuovo millennio è naturale, armonico rispetto al volto, dritto nel maschio o con un accenno di concavità nella donna. Il dottor Robotti spiega quando è il caso di rifiutare una richiesta di rinoplastica: ogni volta che le aspettative del paziente non sono realisticamente conseguibili.
Oggi è possibile simulare al computer come sarà il volto dopo il ritocco, riducendo la possibilità di un pentimento postumo all’operazione. Le tipologie nasali sono così tante da poter essere contenute in un enciclopedia, eppure se ne sentono sempre di nuove. Come uomini che portano a modello nasi femminili, stretti e corti. A Robotti è capitato un paio di volte e in entrambi i casi si è rifiutato di intervenire consigliando ai pazienti di recarsi negli Stati Uniti, dallo stesso chirurgo che ha operato Michael Jackson.
Un intervento di rinoplastica non è gratis. Il Servizio Sanitario Nazionale copre soltanto la chirurgia funzionale, non quella estetica. Il costo varia da cinquemila a novemila euro. I tempi di attesa sono lunghi, basti pensare che ai Riuniti di Bergamo per un’operazione funzionale possono passare anche due anni.
E parlando di nasi viene in mente il profilo del sommo poeta Dante Alighieri. La veste rossa, la corona d’alloro, lo sguardo profondo, la fronte corrugata, l’espressione grave e solenne e soprattutto, il naso ben pronunciato e aquilino che lo rendono immediatamente riconoscibile a chiunque. Profilo di recente messo in discussione da nuove raffigurazioni che lo ritraggono con una nappa meno pronunciata.

Impossibile immaginarlo diversamente, così come Cyrano de Bergerac o i contemporanei Gérard Depardieu, Pippo Franco, Gianna Nannini. Cosa sarebbe stato della favola di Collodi se Pinocchio si fosse rivolto a un chirurgo plastico?

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