Politica

Benedetto a Bartolomeo: «Siamo fratelli in Cristo»

Oggi Ratzinger compirà l’attesa visita a Santa Sofia e cercherà di chiudere l’incidente di Ratisbona

Dal nostro inviato

a Istanbul

Il primo incontro tra il Papa e il patriarca ortodosso avviene all’aeroporto, dove Bartolomeo I, successore dell’apostolo Andrea – che oggi la Chiesa festeggia – è andato ad accogliere il successore dell’apostolo Pietro. Poi Benedetto XVI e il suo ospite sfrecciano per i 22 chilometri della superstrada che collega l’aeroporto di Istanbul con il cuore della città, dove si trova, affacciato sul Corno d’Oro, la sede del Fanar, la «santa sede» dell’ortodossia. Una strada normalmente intasatissima di traffico, che ieri sera era stata mantenuta libera in entrambe le direzioni, con un’imponente presenza di polizia a presidiarla. Nella piccola e bellissima chiesa di San Giorgio, all’interno del patriarcato, è riunita una rappresentanza di fedeli dei cinquemila che appartengono alla confessione greco-ortodossa. Benedetto e Bartolomeo entrano insieme, mentre il coro canta alcune antifone, una delle quali fu composta per la visita di Paolo VI nel 1967 ed esprime la gioia della Chiesa di Costantinopoli nel ricevere colui che siede sul soglio di Pietro.
Qui Giovanni Paolo II incontrò all’inizio del suo pontificato il patriarca Demetrio. Bartolomeo I parla per primo, accogliendo affettuosamente Benedetto XVI. Ratzinger, nel suo discorso, ringrazia per come è stato ricevuto: «Siamo fratelli in Cristo – dice rivolto al patriarca –. Sono profondamente grato per l’accoglienza fraterna offertami... ne custodirò per sempre memoria nel mio cuore». Quindi rievoca il cammino intrapreso dai suoi predecessori. Il coraggioso gesto di Papa Montini e di Atenagora, che rimossero gli anatemi reciproci successivi allo scisma del 1054, le dichiarazioni comuni, il gesto di Giovanni Paolo II, che nel 2004 restituì al patriarca di Costantinopoli parte delle reliquie dei santi Gregorio Nazianzeno e Giovanni Crisostomo sottratte durante il sacco di Costantinopoli del 1204.
Al termine entrambi, uno dopo l’altro, pronunciano la formula di benedizione e mentre Bartolomeo benedice, Ratzinger si fa il segno di croce, tra dense volute di incenso che salgono lentamente e antichi inni in lingua greca. Dopo aver venerato insieme le reliquie dei due grandi santi comuni alle due Chiese, il Papa e il patriarca si sono incontrati a tu per tu.
Oggi Benedetto XVI assisterà, nella stessa chiesa, alla liturgia della festa di Sant’Andrea celebrata da Bartolomeo, poi entrambi firmeranno una dichiarazione congiunta per rilanciare il cammino verso l’unità. Secondo autorevoli indiscrezioni, oltre a ribadire l’agenda della commissione teologica, che affronterà anche il controverso tema del primato di Pietro, la dichiarazione dovrebbe toccare, sia pure in termini generici, il problema del rapporto tra la Turchia e l’Unione Europea. Nel testo dovrebbe essere contenuta una frase positiva sul cammino intrapreso, ma anche un accenno al diritto alla libertà religiosa e alla tutela delle minoranze. E dovrebbero essere citati gli antichi legami che uniscono la Turchia all’Europa attraverso le radici cristiane: proprio in queste regioni, infatti, il cristianesimo ha cominciato ad essere annunciato al mondo e non soltanto al popolo ebraico. Dunque Papa Benedetto e il patriarca ecumenico potrebbero indicare proprio nella riscoperta e nella tutela di quelle radici, oggi ridotte al lumicino, ma ancora presenti e operanti, una delle chiavi per l’accesso in Europa.
Oggi pomeriggio Ratzinger compirà l’attesa visita a Santa Sofia, uno dei momenti più delicati del viaggio. L’ex basilica bizantina, trasformata prima in moschea e quindi in museo, nelle cui pareti sono stati recuperati alcuni degli splendidi mosaici dorati bizantini, porta ancora appesi al suo interno enormi medaglioni di legno dipinto con frasi del Corano. Uscito da Santa Sofia, Benedetto XVI attraverserà la piazza per entrare nella bellissima Moschea Blu, tappa obbligata per i visitatori di Istanbul.

Con questo gesto, che arriva dopo le parole di stima e rispetto verso l’islam pronunciate ieri ad Ankara, Il Papa cercherà di chiudere definitivamente l’incidente di Ratisbona.

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