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Giornata mondiale della meningite: cause, sintomi e terapia

Quando è di origine batterica, l'infiammazione delle meningi è estremamente pericolosa. Bisogna agire tempestivamente

Giornata mondiale della meningite 2023: cause, sintomi e terapia
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Il 24 aprile ricorre la Giornata mondiale della meningite, ricorrenza voluta dalla Confederation of Meningitis Organization (CoMo) al fine di aumentare la consapevolezza circa questa malattia che annualmente, solo in Italia, colpisce oltre mille individui. Con il termine meningite si indica l'infiammazione acuta delle meningi. Queste ultime sono tre membrane (dura madre, aracnoide, pia madre) che, rivestendo il sistema nervoso centrale, hanno una funzione protettiva nei confronti dell'encefalo e del midollo spinale. Ne esistono diverse tipologie a seconda della causa scatenante (batteri, virus o funghi). Tra queste sicuramente la forma batterica è la più pericolosa sia per la sintomatologia che per le possibili conseguenze. Osserviamo ora insieme più da vicino il disturbo.

Le cause della meningite

Nella maggior parte dei casi l'eziologia della meningite è infettiva e altre cause come quelle autoimmunitarie, farmacologiche e neoplastiche sono rare. La forma meno preoccupante è quella virale. A sostenerla nel 60-80% dei casi sono gli Enterovirus, un gruppo di patogeni che danno origine a lievi infezioni intestinali e che si diffondono mediante le goccioline di saliva emesse con la tosse e con gli starnuti. Attenzione anche all'Herpes virus e al virus dell'immunodeficienza acquisita (HIV).

Nei pazienti affetti da HIV o da altri disturbi che compromettono il funzionamento del sistema immunitario non è inconsueta l'infiammazione delle meningi di natura micotica, ovvero provocata da un fungo (Cryptococcus neoformans). Seppur di rado a scatenare la malattia sono i parassiti (Acanthamoeba spp e Naegleria fowleri) che invadono il sistema nervoso centrale per disseminazione.

Tuttavia, come già detto, la tipologia di meningite maggiormente temibile è quella batterica sostenuta dal meningococco Neisseria meningitidis. Le sue conseguenze possono essere gravi e addirittura letali. In particolare gli agenti batterici più pericolosi sono il meningococco A, B, C, Y e il meningococco W135.

I sintomi e le complicazioni della meningite

Solitamente il tempo di incubazione della meningite varia a seconda della causa scatenante. Due-dieci giorni se a provocarla è un batterio e tre-sei giorni se ad esserne responsabile è un agente virale. Nei neonati e nei bambini molto piccoli il disturbo esordisce con sonnolenza e inappetenza. Altri sintomi rivelatori sono:

  • La febbre alta;
  • L'irritabilità;
  • La rigidità nucale;
  • Il pallore della pelle;
  • La fotofobia;
  • Le convulsioni;
  • Le crisi epilettiche;
  • Il pianto continuo;
  • Il vomito.

Nei bambini più grandi, negli adolescenti e negli adulti, invece, la sintomatologia iniziale include il mal di testa, la sonnolenza e la mancanza di appetito. Successivamente si assiste alla comparsa delle stesse manifestazioni prima citate alle quali si associano intensi dolori muscolari e confusione.

Purtroppo la meningite, in particolare quella batterica, se non trattata per tempo e in maniera corretta dà luogo a complicanze infauste. Oltre alle encefaliti e alle mieliti, può verificarsi la setticemia, ovvero la presenza continua di batteri nel circolo sanguigno.

La diagnosi e il trattamento della meningite

La diagnosi della meningite si basa in prima battuta sull'esame obiettivo del paziente, sulle analisi del sangue e sull'esecuzione della puntura lombare che conferma la natura del patogeno incriminato. A tal proposito si rivelano utili anche alcuni test strumentali come l'Rx-torace e la TAC cerebrale.

Il trattamento varia a seconda della causa scatenante. Se la natura dell'infiammazione è virale al riposo assoluto deve essere affiancata la somministrazione di analgesici e antiemetici. Nei casi più gravi servono farmaci antivirali e l'ospedalizzazione. Il ricovero in terapia intensiva è indispensabile in caso di meningite batterica. I medicinali (antibiotici, corticosteroidi, analgesici) vengono somministrati per via endovenosa.

La migliore arma contro questa temibile malattia è il vaccino. In Italia sono disponibili cinque tipi. La vaccinazione anti-meningococcica C, con il decreto legge approvato il 28/07/2017, è diventata obbligatoria per i minori da 0 a 16 anni nati a partire dal 2001. Per informazioni circa i relativi richiami, il Ministero della Salute ha stilato un apposito documento.

Meningite, a che punto siamo con la ricerca

Di recente alcuni scienziati italiani hanno scoperto che il test del D-dimero, un semplice esame del sangue, è in grado di predire se una persona colpita da meningite batterica è a rischio di complicazioni o di morte. Lo studio è stato pubblicato su Frontiers in Medicine. Il D-dimero è un prodotto di degradazione della fibrina, una proteina responsabile della formazione di coaguli. Pertanto viene utilizzato per monitorare le problematiche di coagulazione.

All'indagine hanno partecipato 270 pazienti ricoverati presso l'ospedale Cotugno di Napoli per infiammazione delle meningi dovuta a Streptococcus pneumoniae e a Neisseria meningiditis. Dalla valutazione del D-dimero entro 24 ore è emerso che, nei soggetti positivi a Neisseria meningiditis, una sua concentrazione inferiore a 500 ng/mL escludeva quasi del tutto le complicanze e il rischio di decesso. Al contrario una concentrazione superiore a 7.

000 ng/mL sembrava essere infausta.

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