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Bergamo, le suore assolte devono tornare sotto processo

La Cassazione annulla la sentenza di appello che aveva prosciolto le due religiose. Sono accusate di abusi nei confronti di otto bimbi

da Bergamo

Otto anni di processi non sono bastati a decidere sulle due suore bergamasche accusate di pedofilia su otto bimbi dell’asilo parrocchiale di Cazzano Sant’Andrea, piccolo centro in provincia di Bergamo. Dopo una condanna a nove anni e mezzo in primo grado e l’assoluzione in appello, la Corte di cassazione ha ora rinviato gli atti ai giudici di secondo grado, contestando la «mancanza e manifesta illogicità della motivazione» alla corte di Brescia.
Questo non significa che le due religiose (all’epoca dei fatti 61 e 75 anni) siano colpevoli, come stabiliva la sentenza di primo grado emessa dal collegio giudicante di Bergamo: il caso dovrà essere nuovamente valutato da un’altra sezione d’appello, che dovrà tenere conto delle indicazioni della cassazione. I fatti risalgono al periodo 1999-2000 quando alcuni bambini della scuola materna Rota Mosconi Alberti cominciano a rivelare ai genitori degli strani racconti: all’asilo si fanno «giochi brutti», le suore mettono gli scolari in castigo in una «stanza buia con un lettone» e «tolgono pantaloni e mutandine» ai piccoli. Le madri si preoccupano e cercano di indagare per capire meglio cosa sta succedendo e soprattutto come comportarsi nei confronti dei loro bambini e delle due persone che vengono da loro accusate. Così cercano di approfondire e dai racconti dei figli - tutti di un’età compresa tra i 3 e i 5 anni- emerge che le suore ai bambini avrebbero fatto praticare sesso orale gli uni sugli altri, che loro stesse si sarebbero spogliate e si sarebbero fatte toccare, e che riprendevano con una telecamera quanto succedeva e scattavano fotografie. Alcuni piccoli hanno anche riferito nel dettaglio particolari fisici delle suore, come il fatto che una di loro aveva un seno solo (aveva infatti subito l’asportazione di una mammella) e che il seno «era tutto a righe», fatto indicativo dell’età avanzata delle due religiose. I bambini hanno poi raccontato che ai giochi partecipava un uomo, chiamato «signor Giorno», il quale si faceva toccare le parti intime oppure si nascondeva dietro una tenda a guardare.
L’uomo è stato riconosciuto in un frate appartenente alla comunità dei Minori di Albino. Indagato insieme alle due suore, è stato prosciolto dall’accusa. Il procedimento invece è andato avanti per le altre due imputate. E proseguirà ancora. I giudici di Bergamo hanno creduto ai racconti dei bambini e a quelli dei loro genitori. I giudici di Brescia invece hanno creduto alla mancanza di prove materiali (durante le perquisizioni non sono stati trovati filmini, fotografie e stanze buie), al fatto che le due donne fossero anziane, malate, insegnanti e religiose.

La Cassazione ha però ritenuto le motivazioni della sentenza di assoluzione illogiche e carenti e l’ha annullata, rinviandola a un’altra sezione della corte d’appello.

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