nostro inviato a Taormina (Messina)
«Silvio Silvio!!». Il tifo della destra è rumoroso e caldissimo. Al Palacongressi lo acclamano dalle scalinate gremite, stare all'interno è un'impresa da appassionati della politica, o di Berlusconi, o di Storace. O di tutti e due visto che qui a Taormina nasce l'alleanza tra il Pdl e La Destra in vista «della scadenza elettorale che immagino possa essere tra tre anni», spiega il premier, e dove «spero di avere uomini della Destra nella squadra di governo». Tutti in piedi quando Berlusconi abbraccia Storace. Fuori al bar Shaker gli hanno appena gridato: «Bravo!». Se Catania e Messina sono le città più a destra d'Italia, come dice Gianfranco Miccichè, Taormina non è certo un covo di oppositori. Era stato Gianfranco Fini ad allontanarli, ora è nel nome della delusione Fini che il dialogo può riprendere. Donna Assunta Almirante elogia il Cavaliere fin quasi all'imbarazzo: «Lei ci ha salvati. Fini frega tutti e anche lei. Il problema però è che lei ci crede, le persone le abbraccia, tanto è vero che uno le ha regalato un bel pezzo di marmo». Riferimento all'aggressione di Milano, risate.
Berlusconi non lo cita mai per nome, ma parla, alludendo al presidente della Camera e alla nascita del suo nuovo gruppo parlamentare, di quella «dissennata operazione di fine luglio» che ha screditato l'Italia davanti al mondo, tanto che «quando sono andato a Bruxelles due giorni fa, i capi di Stato mi hanno guardato con un punto interrogativo chiedendomi se ero ancora il capo del governo o non contavo più niente». Insomma, «non ci voleva proprio questo teatrino assurdo nel momento in cui il Paese esce da una crisi drammatica che l'Italia sta affrontando meglio degli altri». Un teatrino che «ci ha fatto leggere sui giornali di tutto il mondo titoli negativi sul nostro Paese: “Governo dimezzato”, “Berlusconi al tramonto”, “Italia senza futuro”».
Ai colleghi europei Berlusconi ha quindi «dato rassicurazioni»: «Sono sicuro che in Parlamento esistono gruppi che si caricheranno della responsabilità del Paese. Non si tratta di operazioni di calcio mercato». Sono tutte persone non adescate ma al contrario «sono stato cercato da molti parlamentari, molti siciliani moderati in disaccordo con il loro partito» e che appoggeranno il governo per far tornare l'Italia «forte in Europa».
A Taormina Berlusconi parla anche di mafia: «Siamo riusciti ad assicurare alle patrie galere 6500 presunti mafiosi». Parla di sussidi alla disoccupazione, di immigrazione clandestina con la riduzione degli ingressi illegali «a 3mila». Di intercettazioni: «L'Italia dovrebbe essere un Paese dove quando alzi il telefono per parlare con chiunque devi avere la certezza dell'inviolabilità della tua conversazione». Poi la lettura del manifesto della discesa in campo del ’94, quella che «considero ancora oggi una follia». Il manifesto «della libertà», la proposta di uno «Stato al servizio del cittadino», del «diritto alla felicità», della difesa della famiglia, «quella naturale e non quelle inventate della sinistra». I valori fondanti, che sono anche «gli stessi sentimenti della destra». «Gli italiani vengono prima di tutto - gli dice Storace - Siamo una destra senza secondi fini. Noi non scalpitiamo per tornare domani mattina in Parlamento». Tanta ironia sulla casa di Montecarlo, Berlusconi ride e batte brevemente le mani.
«Viva la destra, viva l'Italia, viva la Libertà», chiude il premier il suo intervento. Solo tre braccia alzate nel saluto fascista al Palacongressi. Il resto è applausi e palloncini. Tricolori.
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