Berlusconi su Gaza: "Situazione preoccupa Stop agli insediamenti"

Il premier è intervenuto al 22° vertice della Lega araba, in corso in Libia: "Non possiamo tollerare oltre la situazione di crisi umanitaria a Gaza". Monito a Israele: "Fermi gli insediamenti e restituisca alla Siria le alture del Golan"

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"Situazione preoccupa 
Stop agli insediamenti"
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Sirte - "Non possiamo non esprimere la nostra più profonda preoccupazione per una situazione che sembra ulteriormente deteriorarsi, come dimostrano anche gli eventi nella Striscia di Gaza". Con queste parole il premier Silvio Berlusconi si è soffermato sulla crisi israelo-pelestinese con particolare riferimento agli scontri di ieri nella Striscia nel suo intervento oggi a Sirte al 22° vertice della Lega Araba. "Non possiamo tollerare oltre la situazione di crisi umanitaria a Gaza", ha sottolineato il presidente del consiglio, augurandosi che il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu "accolga l’appello rivoltogli da tutta la comunità internazionale a compiere gesti concreti e positivi per migliorare le condizioni di vita quotidiana dei palestinesi".

Dare forza ai moderati Berlusconi ha aggiunto che "le forze contrarie alla pace sono all’opera e noi assistiamo ogni giorno - e da più parti - a gesti che alimentano il fuoco del radicalismo, mettendo in pericolo ogni possibilità di dialogo. Vi rivolgo oggi un appello - ha proseguito Berlusconi - a confermare e consolidare le posizioni moderate, lungimiranti e costruttive verso la pace e la sicurezza nella regione mediorientale. Quelle posizioni, lo riconosco con piacere, che proprio la Lega degli Stati Arabi ha così responsabilmente espresso con la decisione di sostenere il presidente Abbas nell’avvio dei negoziati indiretti tra le parti con la mediazione del presidente Obama".

Piena sintonia Usa-Ue "Sulla strategia da perseguire per riavviare il Processo di Pace - ha aggiunto il premier italiano - i ministri degli Esteri dell’Unione europea si sono già espressi l’8 dicembre scorso in modo equilibrato. Unione europea e Stati Uniti sono in piena sintonia e il Quartetto è recentemente pervenuto a delle conclusioni precise che l’Italia sottoscrive pienamente. La comunità internazionale ha assunto in questo modo una coesione mai raggiunta prima d’ora e si è fissata un’agenda che chiediamo alla Lega Araba di sostenere in una linea di continuità con l'Iniziativa di pace araba, iniziativa cruciale per il futuro della regione". 

Due Stati, non ci sono alternative "Credo molto - ha proseguito il presidente del Consiglio - nell’impegno del presidente Obama e della sua Amministrazione. È questo il momento di dare una chance alla pace. Ne abbiamo la possibilità. Ne portiamo la responsabilità. Ne sentiamo l’urgenza. Nessun Paese - nemmeno Israele - può vivere in isolamento. La porta della trattativa deve rimanere aperta. Chiuderla adesso significherebbe condannare -nuovamente- un’intera generazione di giovani allo scontro, anziché alla pacifica convivenza. Non vediamo alternative alla soluzione dei due Stati, se non a prezzo di nuove crisi, nuove sofferenze, nuove tragedie, che colpirebbero anzitutto il popolo palestinese, già drammaticamente lacerato dagli eventi degli ultimi anni".

Abu Mazen: stop colonie "Non possiamo condurre negoziati indiretti fino a quando Israele non fermerà completamente le sue attività di colonizzazione a Gerusalemme e non metterà fine alla politica del fatto compiuto", ha detto il presidente palestinese Abu Mazen davanti ai dirigenti arabi.

Bene la linea Obama Il leader palestinese ha poi lodato quello che ha definito "l’orientamento di Obama", in particolare riguardo alla soluzione dei due Stati, evidenziando però che "occorre trasformare questi orientamenti in una realtà". Abu Mazen ha infine invitato i leader arabi riuniti a sostenere cinque sue proposte: esortare la comunità e gli organismi internazionali a riconoscere le misure unilaterali di Israele sui Territori occupati inviando degli osservatori internazionali; chiedere una seduta speciale dell’Onu per condannare l’occupazione di Gerusalemme Est; mobilitare l’opinione pubblica mondiale per porre fine all’occupazione dei luoghi sacri musulmani; dare un maggiore sostegno finanziario a Gerusalemme e stabilire un piano per sostenere la resistenza palestinese nella città Santa.  

Libia-Svizzera: "Soluzione vicina" Sarebbe "vicinissima" la soluzione della crisi dei visti tra Libia e Svizzera, che ha finito per investire tutta l’Europa.

È quanto si apprende oggi a Sirte, in Libia, da fonti diplomatiche dopo un lungo colloquio tra il premier Silvio Berlusconi, il ministro degli Esteri spagnolo Miguel Angel Moratinos, e il primo ministro libico Baghdadi Ali al Mahmudi, a margine del vertice della Lega araba. Berlusconi e Moratinos, durante l’incontro, si sono tenuti costantemente in contatto con Josè Luis Rodriguez Zapatero, presidente di turno dell’Ue.

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