Bernanke: «Bofa? Mai minacciata»

Nessuna pressione indebita, men che meno minacce. Ben Bernanke si difende contrattaccando. È il giorno in cui il presidente della Federal Reserve risponde davanti al Congresso alle accuse di aver costretto Bank of America (Bofa), insieme con il ministro del Tesoro Tim Geithner, ad acquistare Merrill Lynch. Questa, almeno, era stata la versione fornita dal numero uno di Bofa, Ken Lewis, lo scorso aprile, a qualche mese dalla fusione che aveva salvato Merrill dal fallimento. Nel suo j’accuse, Lewis aveva ripercorso le tappe del merger, in particolare la scoperta di un buco da 16 miliardi di dollari nei conti del quarto trimestre della banca d’affari, l’intenzione di recedere dall’acquisto sfruttando una clausola contrattuale e le successive pressioni ricevute affinché l’entità del passivo di Merrill non venisse resa nota agli azionisti di Bofa; infine, le minacce di Bernanke e Geithner di far saltare l’intero board di Bofa se l’operazione non fosse andata in porto.
Una ricostruzione dei fatti smontata pezzo per pezzo ieri da Bernanke, quasi in contemporanea con la diffusione del dato definitivo del Pil Usa del primo trimestre, sceso del 5,5% rispetto al -5,7 della seconda lettura. «La Fed non ha avuto alcun ruolo nell’operazione di fusione tra Bank of America e Merrill Lynch», ha esordito il successore di Greenspan al Congresso, ma si è anzi comportata con il «massimo rigore» durante la trattativa ed è stata Bank of America a decidere di rilevare Merrill Lynch. Ecco i dettagli. Bernanke ha ricordato che fu Lewis a comunicare, il 17 dicembre 2008, «che la banca stava considerando la possibilità di invocare la clausola nota come Mac (Material adverse event), che le avrebbe consentito di non fare la fusione».
A quel punto, il presidente della Fed espresse «la preoccupazione che invocare il Mac avrebbe comportato rischi, non solo per l’intero sistema finanziario, ma anche per Bank of America». Per tre motivi. Primo: l’«incertezza sull’invocazione del Mac avrebbe dato il via a un’ampia crisi sistemica che avrebbe potuto destabilizzare anche Bofa e Merrill». Secondo: «Invocare il Mac dopo tre mesi di valutazioni avrebbe sollevato dubbi sulla sanità, il management e la capacità di valutazione di Bofa». Terzo: «Sulla base delle valutazioni legali del nostro staff ritenevamo che fosse improbabile che Bofa potesse essere vincente sciogliendo il contratto con l’invocazione del Mac».
Per questo il 30 dicembre Bofa ha deciso di andare avanti con la fusione.

«Non ho mai detto - dice Bernanke - al management di Bofa che la Fed avrebbe potuto esercitare un’azione contro il board se avessero deciso di andare avanti con la clausola. Non ho mai dato istruzioni a nessuno - ha concluso - per dare indicazioni a Bofa che la Fed avrebbe assunto iniziative particolari in questa circostanza».

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